Pagine

venerdì 17 giugno 2011

Acqua minerale al mercurio .... ed altri inquinanti







ROMA / 17-06-2011

ACQUE MINERALI AL MERCURIO / Italia, metalli pesanti, arsenico

e perfino mercurio in diverse acque minerali sul mercato

Ultime notizie Roma - Con il Laboratorio chimico e microbiologico
"Alimentazione e Ambiente" di Roma e l'Unione Nazionale Consumatori
(il fondatore di questo storico ente fu Vincenzo Dona, socio allora nel
1972 di Kronos 1991, con il quale facemmo molte battaglie
insieme a difesa dei consumatori), abbiamo avviato un controllo
severo sulle acque contenute nelle bottiglie di plastica delle
principali aziende del settore italiane. In alcuni casi si sono riscontrati
livelli eccedenti di metalli pesanti e di arsenico non indicati
nelle etichette delle bottiglie, ma il dato che più di tutti preoccupa i
chimici del laboratorio "Alimentazione e Ambiente" di Roma è la presenza
di mercurio in quasi tutte le confezioni di acque minerali, in alcuni casi
con concentrazioni superiori di molto ai limiti imposti dall'OMS.

Ci siamo chiesti ma da dove viene questo mercurio e che

danni può arrecare all'organismo umano? Di seguito la risposta degli
esperti: Circa l’75% del mercurio immesso nell’ambiente deriva da fonti
naturali (erosione delle rocce da parte degli agenti atmosferici e dei fiumi,
vaporizzazione dalla crosta terrestre), il rimanente 25%, è di origine antropica,
deriva dalla combustione di petrolio e carbone nelle centrali elettriche, da
inceneritori e da perdite relative all’utilizzo del mercurio nell’industria  delle
vernici e della carta (come antimuffa), nell’industria della plastica (catalizzatore
nella sintesi di poliuretani e del cloruro di vinile), negli impianti cloro-soda
(ove è utilizzato come catodo nell’elettrolisi del cloruro di sodio), nella
fabbricazione di dispositivi elettrici (lampade vapori di mercurio, batterie,
interruttori a mercurio), nella fabbricazione di termometri e barometri.
Si possono considerare anche gli impieghi del mercurio in agricoltura
(antimuffa, antifungino) e nelle amalgame dentali.
Secondo studi recenti, le emissioni dell’incenerimento dei rifiuti

rappresentano 36 tonnellate all’anno di mercurio e 16 tonnellate
all’anno di cadmio nella Comunità Europea.

Sversato in acqua, può trasformarsi in metilmercurio, sua forma

solubile, ed entrare nella catena alimentare attraverso pesci e
vongole, ma anche finire nelle falde freatiche ed essere assunto
come acqua potabile.
Il metilmercurio ambientale proviene in gran parte, anche se non

esclusivamente, dalla metilazione di mercurio inorganico.
Il mercurio inorganico sparso nell’acqua si trasforma in mercurio
metilato nei sedimenti del fondo. I composti di mercurio metilato
sono liposolubili e si accumulano quindi facilmente negli organismi
viventi e si concentrano lungo la catena alimentare.
La popolazione generale è esposta al metilmercurio principalmente
attraverso l’alimentazione.

I sali del mercurio inorganici Hg+, Hg++ (solubili e quindi facilmente

assorbibili) vengono solo parzialmente assorbiti (il 10% circa)
e determinano nel tratto gastrointestinale la denaturazione delle proteine,
manifestando effetti corrosivi. Una volta assorbita, questa forma del mercurio
manifesta la sua tossicità in sede renale.
Il mercurio organico (es. (CH3)2Hg, che si trova soprattutto nel pesce) può

essere assorbito in quantità che possono raggiungere fino al 90% di quello
introdotto; esso presenta tossicità decrescente all’aumentare della
lunghezza della catena alchilica a cui è legato. In forma organica
il mercurio viene rapidamente distribuito al fegato (circa il 50%),
al SNC e al rene.
Per la sua lipofilicità attraversa facilmente anche la placenta con

conseguenze tossiche che possono portare ad alterazioni dello
sviluppo del cervelletto nel feto.
Il Mercurio presente depositandosi nei tessuti e organi altera le normali

funzioni soprattutto del SNC (Sistema Nervoso Centrale) provocando
depressioni più o meno forti, eccitazioni con violenza, timidezza o
aggressività, disturbi della concentrazione; nei Nervi Periferici, creando
paralisi e distruzione della mielina (distrofie e sclerosi a placche,
epilessie) nelle mucose provocando riniti allergiche, asma, congiuntiviti;
nel fegato; nel pancreas; nei reni, nelle parotidi; nelle ghiandole sudorifere.

Effetti sull’ambiente

Gli animali regolarmente usati nella catena alimentare possono essere

esposti in modo particolare all’avvelenamento da mercurio a causa
della capacità del mercurio di accumularsi negli organismi attraverso
la catena alimentare. Questo rischio è particolarmente elevato per gli uccelli.
L’avvelenamento da mercurio è considerato il motivo per cui diverse specie
di uccelli erano prossime all’estinzione. Gli uccelli che si cibano in ambienti
acquatici saranno probabilmente esposti a carichi critici di mercurio.
Uno studio scientifico svedese conclude che le concentrazioni di mercurio
nel terreno 2-10 volte superiori all’attuale livello possono influenzare
l’attività biologica di composizione nel terreno.
La questione è molto delicata perché implica anche aspetti economici

rilevanti per gli imbottigliatori, per cui ci stiamo muovendo con molta cautela.
Stiamo ripetendo le analisi su quelle acque più sospette. Una volta accertati
i dati e confrontati con quelli precedenti, Accademia KRONOS,
L'Unione Nazionale Consumatori e il laboratorio di analisi di Roma
dirameranno congiuntamente i dati in una conferenza stampa entro la
fine di giugno o a settembre.
Accademia Kronos

domenica 13 marzo 2011

Il Prof. Umberto Veronesi è favorevole all'installazione di inceneritori.

Sempre nell'intervista a La Stampa, il Prof. Veronesi ha dichiarato che è favorevole all'installazione di inceneritori, che lui chiama impropriamente "Termovalorizzatori", così come vengono chiamati da tutti i politici altrettanto favorevoli, che non vogliono meditare sulle verità scientifiche, ma pensano solo ai loro interessi, a danno dei cittadini.
Bene, allora leggete di seguito.............
Inceneritori, le verità nascoste
Aveva 46 anni Antoine Lavoisier quando, nel 1789, pubblicò il suo Traité Élémentaire de Chimie (Trattato elementare di chimica) . Un trattato che aprì le porte della chimica moderna e che racchiudeva una delle leggi più importanti su cui si è basata la ricerca: la legge della conservazione della massa. Forse alcuni di voi la ricordano dagli studi del liceo, forse altri ne avranno sentito parlare in qualche trasmissione scientifica; a Palazzo Chigi di Lavoisier non sembrano averne mai avuto notizia.

Da tempo i nostri politici parlano di termovalorizzatori”, termine inesistente sia nel gergo tecnico sia nella stessa lingua italiana, che lo ha dovuto adottare per forza di cose, non essendoci in Italia un confronto pubblico tra i diversi pareri in gioco. Anche in questi giorni, mentre a fatica si tenta di riportare la situazione napoletana alla normalità, la bufala viene riproposta come soluzione. Gli inceneritori - chiamiamoli con il loro vero nome – seguono le stesse leggi della chimica di tutti gli altri processi in natura, riducendo per combustione il volume dei rifiuti immessi, modificandone la composizione chimica, ma non la massa. Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.

All’inaugurazione dell’inceneritore di Acerra, Berlusconi lo aveva definito “un dono di Dio”, una tecnologia innovativa da adottare in giro per l’Italia, che “inquina quanto due auto di media cilindrata poste a 110 metri di altezza”.

La verità, come spesso accade rispetto alle dichiarazioni dei nostri politici, è ben altra. L’impianto di Acerra è ben lontano dall’essere un prodigio della tecnica: dell’energia prodotta, solo un quarto viene impiegata per produrre elettricità. Il calore in eccesso, che potrebbe essere recuperato per il teleriscaldamento, viene smaltito in aria e in acqua, contribuendo ulteriormente all’abbassamento dell’efficienza di produzione, differentemente da quanto dichiarato da alcuni esponenti politici. La pochissima energia elettrica prodotta, in parte riassorbita dall’impianto per il suo funzionamento, viene incentivata oltremisura con i fondi del Cip6, destinati sulla carta alle fonti rinnovabili, il cui 92% – oltre 2.5 miliardi di euro all’anno – è invece finito ad arricchire le imprese che avevano costruito gli inceneritori e chi li ha favoriti.

A una scarsa efficienza energetica si aggiunge l’estrema pericolosità dei prodotti di scarto. Nel solo impianto di Acerra dovrebbero essere processate 81.21 tonnellate di rifiuti solidi urbani ogni ora, dai quali è stata eliminata (a meno di non smaltire le ecoballe che la stessa Fibe, azienda costruttrice dell’impianto, ha prodotto per anni illegalmente) la cosiddetta “frazione umida”. In sostanza, il potere calorifico che permette il parziale recupero dell’energia si basa principalmente su materiali come plastica, legno e carta, ampiamente riciclabili e dalle quali si potrebbe risparmiare fino a 7 volte l’energia impiegata per produrne di nuove e allo stesso tempo dare un serio apporto all’occupazione, visto l’indotto che si crea intorno alla filiera del riciclaggio.

Tuttavia, non si tratta unicamente di un problema energetico. In uscita dall’impianto, tra scorie provenienti dalla camera di combustione e dalle ceneri ottenute dal trattamento dei fumi, escono circa 21 tonnellate di rifiuti speciali, il cui smaltimento resta un compito difficile, generalmente affidato ad impianti di stoccaggio dedicati. Il problema di eliminare le discariche, quindi, è solo ridotto al costo di un aumento della tossicità del rifiuto da stoccare.

Le centinaia di materiali diversi che vengono combusti nell’impianto comprendono anche metalli pesanti e cloro – per citarne alcuni – che inevitabilmente fuoriescono dai camini, spesso legandosi chimicamente lontano dalle centraline di rilevamento per creare composti tossici di cui l’uomo è bioaccumulatore (es. diossine) o ridotte a dimensioni così piccole da illudere i sensori previsti dalla legge (nanopolveri), ma sufficientemente per superare la nostra barriera ematocerebrale e causare un aumento dell’incidenza di patologie oncogene.

Si tratta di circa 65 tonnellate ogni ora a cui vanno aggiunti i reagenti immessi nel trattamento, arrivando a circa 80 tonnellate ogni ora di composti di varia natura immessi in atmosfera, che vanno a precipitare sul terreno di un’area valutabile in qualche centinaio di chilometri quadrati. Nonostante le certezze della scienza, la strategia per affrontare la questione dei rifiuti in Italia è sempre la stessa: assegnare agli inceneritori il ruolo cardine della soluzione, aprire qualche nuova discarica con la scusante dell’emergenza e sbandierare dichiarazioni a vuoto sull’importanza della raccolta differenziata all’interno del ciclo.

Peccato che sia le leggi italiane – in particolare il Dlgs 152/06 e la Legge 296/06 – sia le direttive europee sostengano il contrario, obbligando a quote di riciclaggio del 60% entro quest’anno. Ad oggi, invece, solo 25 province riescono a superare la quota del 40%. Campania e Lazio sono i fanalini di coda tra le Regioni, con poco più del 10% e la Sicilia non gode di posizioni migliori: Palermo e Messina non raggiungono il 5%, saturando discariche che dovrebbero essere destinate ad accoglierne solo una piccola percentuale. San Francisco, la cui popolazione raccoglie quella di Napoli e Roma messe insieme, ha superato da poco il 75% della raccolta differenziata, raddoppiando in pochi mesi la quota attraverso la raccolta porta a porta.Ma il riciclaggio è nemico degli inceneritori, perché li priva della loro materia prima, impoverendo le qualità caloriche del rifiuto urbano e rendendo poco conveniente il recupero energetico, persino in presenza dei fondi del Cip6. Le dichiarazioni dei politici inneggianti a un tragitto obbligato che impieghi entrambe le soluzioni, cominciando dalla costruzione di impianti di incenerimento, mostra l’evidente ignoranza rispetto a semplici principi di fisica e di chimica, o peggio, la malafede nella pianificazione della gestione dei rifiuti.

L’Italia persiste nell’adottare tecnologie obsolete e non sostenibili, che in fondo riflettono perfettamente i caratteri della sua classe dirigente. Assenza di pianificazione a lungo termine, ignoranza diffusa e corruzione: forse i veri rifiuti da smaltire siedono in Parlamento.
Meditate gente...meditate. Fate la raccolta differenziata e divulgate queste notizie, perchè anche i Vs. figli possano sviluppare una coscienza ecologica.

Un cordiale saluto ed un arrivederci alla prossima.

Giuseppe La Barbera
S.E.T.I. Tecnologie Ambientali
http://www.setiambiente.com/

sabato 12 marzo 2011

Perchè le centrali nucleari? Meglio non costruirle!!

Eccomi di nuovo per parlare di tecnologie per la salvaguardia dell'Ambiente. Oggi parliamo di centrali nucleari. Io non sono d'accordo che si costruiscano, perchè troppo dispendiose, perchè sono necessari anni per costruirle, perchè il problema delle scorie resterà sempre un problema molto difficile da risolvere, perchè le centrali non possono essere mai sicure, specialmente se succede un TERREMOTO come quello di ieri in Giappone, dove c'è ormai la certezza che, da una centrale nucleare danneggiata, a quanto dicono i media, fuoriescono già radiazioni che, come è noto, sono tremendamente dannose per le persone, gli animali e l'Ambiente.

Perchè il Prof. Umberto Veronesi caldeggia la realizzazione di centrali nucleari in Italia, proprio lui che è uno dei più noti scienziati della Terra ed esperto di patologie oncologiche. Per me è un controsenso, una grandissima contraddizione. Penso che lui sia stato convinto da quella lobby che in Italia vuole guadagnare denaro (sporco) sulla vita di noi cittadini.

Ecco cosa ha dichiarato non molto tempo fa in un'intervista a LA STAMPA:
RITORNO ALL'ATOMO - LA POLITICA ENERGETICA
Il nuovo incarico: L'oncologo parla per la prima volta da presidente dell'Agenzia per la Sicurezza  
Titolo - Veronesi: "Senza nucleare l'Italia è un Paese morto".
"Spiegherò ai cittadini che si può fare in sicuezza e che non è giusto avere paura". 
Vista con gli occhi del Prof. Veronesi, la questione del ritorno all'atomo è estremamente semplice. Egli ha detto: - Tra 50 anni finirà il petrolio, tra 80-100 il carbone, seguito poi dal gas. Altre fonti non saranno sufficienti a garantire l'energia di cui abbiamo bisogno. Il risultato? Non avremo la luce, non potremo far funzionare i computer o i frigoriferi e neppure far viaggiare i treni. Se lo immagina?
Se questa è la (apocalittica) premessa , non è difficile capire perchè il medico più famoso d'Italia, a 85 anni, abbia deciso di abbandonare il Senato e accettare la presidenza dell'Agenzia per la sicurezza nucleare. L'incarico, ce da scommetterci, porterà con se una cospicua dose di polemiche, ma Veronesi non ha dubbi che il piano possa realizzarsi senza pericoli per le persone e l'Ambiente.
Domanda: Professore, recenti sondaggi dicono che la maggioranza degli italiani è contraria al nucleare, Non la preoccupa andare contro corrente?
Risposta:- No, anzi, la conflittualità mi stimola. Sono abituato ad affrontare problemi scabrosi. L'importante è essere sicuro che la scelta che faccio è moralmente corretta.
E in questo caso, lo è? - Assolutamente si, come oncologo conosco molto bene le radiazioni ed i modi per proteggere i pazienti. Voglio dedicare i prossimi anni ad assicurare i cittadini che non corrono rischi.
Conoscerà altrattanto bene le contestazioni mosse dal fronte degli oppositori, vero?
«Guardi, ci sono essenzialmente tre problemi per quanto riguarda un reattore nucleare. Primo, garantire la sicurezza nel funzionamento ordinario, obiettivo non difficile. Poi c'è la questione delle scorie e mi creda, nessuno mai al mondo è morto per inquinamento da scorie. Infine c'è il fattore umano. La possibilità di poter disporre di persone qualificate è fondamentale. Basta pensare che i due grandi incidenti nelle centrali nucleari hanno avuto una caratteristica comune: sono dopesi da errori umani.
Quel nome, Cernobil, a distanza di 25 anni, agita ancora negli italiani incubi difficili da scacciare.
Lo so, ma so anche che Cernobil è qualcosa che non potrà mai più accadere. Là era tutto sbagliato, c'era una macchina vecchia, pensata per usi militari, non civili. Hanno deciso di fare un esperimento, vera follia in una centrale. Ed il direttore dell'impianto non era un esperto di nucleare. Il fattore umano è fondamentale, la mia attenzione maggiore sarà formare personale adeguato dal punto di vista tecnico, scientifico, ma anche psicologico.
Ma dopo un quarto di secolo lontani dal nucleare, l'Italia ha il bagaglio di conoscenze necessarie?
Due aspetti mi confortano, in primo luogo che abbiamo mantenuta viva la ricerca e centri come quello di Casaccia, vicino a Frosinone, sono all'avanguardia. Poi il fatto di ripartire da zero, ci consente di utilizzare le tecnologie più moderne ed il tempo necessario a impiantarle, ci darà modo di creare competenze per usarle al meglio.
C'è chi sostiene che le tecnologie scelte dall'Italia per le nuove centrali, rischino di risultare superate una volta che gli impianti sono entrati in funzione. Come risponde?
Ma noi non abbiamo fatto ancora una scelta definitiva, per cui l'obiezione non è fondata. E poi una centrale è studiata per durare da 60 a 100 anni. Se anche ne trascorrono 10 per averla operativa, certo non può essere considerata vecchia.
Torniamo al primo problema che lei ha sollevato, il funzionamento del reattore. Gli ambientalisti ripetono che, pure in condizioni di normalità di un  impianto, ci sono piccole dispersioni che creano conseguenze per la salute. E' vero?
E' un'invenzione assoluta, non esce nulla o, meglio, esce dell'acqua che può avere piccole quantità di radiazioni, ma molto inferiori ai limiti previsti dalla legge. Non crea problemi.
Resta la delicatissima questione delle scorie e di come smaltirle. Quando nel 2003 il Governo individuò Scanzano Ionico come sede del deposito nazionale, ci fu una sollevazione popolare. Come pensa di affrontare questo aspetto?
Solo una piccola parte di scorie  richiede millenni per depotenziarsi completamente. Vanno messe in sicurezza  e ci sono le condizioni per farlo, dentro una montagna o a grandi profondità. Al tempo stesso si stanno affinando tecniche per renderle innocue più in fretta. Soprattutto l'Italia può non avere depositi di scorie pericolose. Si tende ad individuare un unico sito per Continente. Ci sono 3 soluzioni allo studio, tutte fuori dai ns. confini. Ma il punto vero è che le scorie sono si un problema serio e costoso, ma non devono spaventare. Non si sorprenda se dico che c'è più radioattività in un ospedale.
La realtà però è che c'è molta paura fra la gente. Questo non conta?
Ho trascorso la  mia vita a combattere le paure ingiustificate. Ma voglio dire che spesso la paura è frutto dell'ignoranza. Sono timori vaghi, confusi, sui quali giocano alcuni movimenti politici. Il risultato? Non si possono usare gli OGM, non si fa la TAV, si bloccano i "termovalorizzatori".
Mentre lei non ha dubbi che la soluzione del nucleare sia sicura?
Certo. Guardiamo cosa succede nel mondo. Tutti i paesi puntano sul nucleare. La Cina ha previsto 120 centrali, l'India 60, la Francia ne ha già 62, ecc. Ma lo sa che anche i paesi del Medio Oriente, ricchi di petrolio, stanno puntando sul nucleare? Gli Emirati Arabi hanno ordinato 4 reattori, tanto quanti ne sono previsti in Italia. Possibile che siamo noi i più intelligenti ad opporci?
Le fonti rinnovabili non possono essere un'alternativa?
Sarebbe bellissimo, ma dobbiamo intenderci. Dalle biomasse può arivare il 2% del fabbisogno italiano, così come dalla geotermia.  L'eolico procede, ma abbiamo poco vento e bisogna pensare anche al paesaggio ed al turismo. Resta il solare, io sti giusto mettendo un impianto FV nella mia casa di campagna, ma è questa la dimensione, è valida per le famiglie, ma non per una grande fabbrica.......
 A questo punto non continuo più con il testo dell'intervista, constatato che, quest'ultima affermazione denota la completa incompetenza di Veronesi nel settore del fotovoltaico. Infatti sono nati e stanno nascendo grandi centrali FV, interi campi FV che sviluppano milioni di kWh di energia elettrica. Impianti su capannoni industriali di grandi fabbriche appunto, per non parlare degli impianti a concentrazione ed alle tecniche innovative che permettono di coprire grandi superfici, integrando il FV architettonicamente in diverse installazioni. E, per concludere io dico:- Cosa ne pensa il Prof. Veronesi di quanto è accaduto in Giappone ieri. Il terremoto ha danneggiato una centrale nicleare, che, a detta dei media internazionali, ha contaminato già alcune persone. Come può egli affermare che le centrali nucleari sono sicure anche in presenza di catastrofi ambientali di questa natura? Io ho finito. A Voi, se vorrete, le Vs. gradite considerazioni.
Un saluto alla prossima discussione sull'Ambiente e ricordate che bisogna "INVESTIRE IN SALUTE PER .. VIVERE BENE".  Visitate il mio sito: http://www.setiambiente.com/  - Ciao.

domenica 27 febbraio 2011

IL SOLE E' GRATIS, perchè i siciliani non lo ..... usano?

Eccoci di nuovo per parlare di tecnologie per la salvaguardia dell'Ambiente.
Questa settimana parliamo di IMPIANTI SOLARI TERMICI E FOTOVOLTAICI.
Comune denominatore: l'irraggiamento solare è gratis!!!!
Come di sicuro saprete, gli impianti solari termici sfruttano l'irraggiamento solare per riscaldare l'acqua per uso sanitario e come complemento agli impianti di riscaldamento ambiente, che di solito sono alimentati da caldaie, che immettono nell'aria fumi prodotti dalla combustione di combustibili fossili.
Gli IMPIANTI FOTOVOLTAICI sono utili a produrre elettricità ad impatto ambientale zero, sfruttando l'irraggiamento solare, che in Sicilia è il più alto tra tutte le altre regioni d'Italia.
Infatti, 1 kWp (kilowatt di picco) installato a Milano, produce circa kWh 1,125
- Lo stesso impianto installato in Sicilia produce circa kWh 1,465 - cioè circa il 30% in più rispetto a Milano. A questo punto, sorge spontanea una domanda: perché i Siciliani non hanno approfittato di questo indiscutibile vantaggio, rispetto alle altre regioni, che invece hanno utilizzato già da molti anni impianti solari termici e fotovoltaici, risparmiando una marea di denaro ed evitando di immettere nell'atmosfera tonnellate di CO2 ?!
Da più di 30 anni gli impianti solari termici sono largamente usati da nazioni, come la Germania, che hanno un irraggiamento solare del 50% in meno della ns. bella Sicilia. Il risparmio economico ed ambientale che scaturisce dall'uso di questi impianti è immenso. Per esempio, un impianto solare termico si ammortizza in meno di 2 anni ed inoltre essi sono oggetto di contributi statali (fino a pochi anni fa il 55% del costo oggetto di deduzione IRPEF in 3 anni, poi in 5 anni ed oggi lo stesso in 10 anni).
Cioè noi siciliani non siamo stati capaci, nell'arco degli ultimi 20 anni, di sfruttare intelligentemente questa immensa e potente risorsa naturale rinnovabile, cosa che hanno invece fatto le altre regioni d'Italia e le nazioni nordiche.  Ancora una volta mi chiedo perché i Siciliani non hanno saputo e voluto approfittare di questa possibilità gratuita per risparmiare denaro e contribuire alla difesa dell'ambiente?
Non voglio essere cattivo e non voglio esprimere giudizi in merito, ma credo che il buon senso, che tutti abbiamo, possa dare una risposta esauriente.
Dico solo una cosa: non è stato un "comportamento intelligente" - è come essere affamati, trovarsi di fronte ad una tavola imbandita di cibi buonissimi e genuini (gratuiti) e pensare che tutto sia una presa in giro e, quindi, non approfittarne. Come giudichereste queste persone?!!
Oggi installare un impianto solare termico, per una famiglia media, costa circa € 2.500,00 chiavi in mano (meno di un  grande televisore di ultima generazione. Si ha la garanzia della deduzione del 55% del costo in 10 anni ed il risparmio inizia dal primo giorno della messa in opera.
POI un impianto fotovoltaico che produce 3,5 kWh costa circa € 11.500,00 chiavi in mano, finanziabili a basso costo - Il contributo "CONTO ENERGIA" garantisce il pagamento, di circa € 0,40 a kWh prodottoper 20 anni. Dal primo giorno di messa in opera dell'impianto, si diventa autoproduttori e si inizia a risparmiare sulla bolletta di fornitura di Energia Elettrica.
In pratica il contributo "Conto Energia" paga le rate del finanziamento e, dopo il tempo di ammortamento, che in Sicilia è in media di circa 6-7 anni, (contro i 10-11 anni in media del nord Italia), il contributo è puro guadagno netto esentasse per il resto degli anni fino ai 20 anni. Potete trovare una spiegazione dettagliata ed un esempio cliccando su questo link:  http://www.setiambiente.com/shop/download/fotovoltaico_2010.zip
Allora, carissimi miei conterranei, cosa ne pensate di questa breve disquisizione sulle energie rinnovabili?
Accetto volentieri le Vs. opinioni in merito.
Vi ringrazio per l'attenzione e, nell'attesa di Vs. gradito riscontro in merito, Vi saluto cordialmente e Vi rimando alla prossima settimana. Ciaooooooooooooooo!!!
Giuseppe La Barbera.

domenica 13 febbraio 2011

Investire in salute per... vivere bene: Le tecnologie per migliorare ed utilizzare l'acqua di acquedotto servono anche a rispettare l'Ambiente.

Investire in salute per... vivere bene: Le tecnologie per migliorare ed utilizzare l'acqua di acquedotto servono anche a rispettare l'Ambiente.

www.setiambiente.com

Le tecnologie per migliorare ed utilizzare l'acqua di acquedotto servono anche a rispettare l'Ambiente.

Desidero continuare a parlare della scelta di preferire l'uso dell'acqua di acquedotto, mediante il suo miglioramento offerto da sistemi certificati dalle leggi vigenti, invece di acquistare acque minerali in bottiglia di plastica e non. Infatti, utilizzando acqua di acquedotto migliorata dai suddetti sistemi, non solo si risparmia economicamente e si è sicuri di consumare acqua controllata, per bere e cucinare, ma si da un beneficio notevole all'Ambiente, perchè si evita di usare milioni di bottiglie di plastica, che comportano un costo economico ed ambientale enorme, sia per la produzione di bottiglie di plastica, che per il loro smaltimento, ammesso che queste vengano conferite alla raccolta differenziata.
Infatti, per produrre le bottiglie di plastica, si consumano quantità eccessive di petrolio, di acqua e di energia per alimentare le macchine di produzione, si spende denaro per il loro trasporto (e quindi si inquina, perchè la maggior parte dei trasporti di bottiglie avviene su ruote) e poi esse inquinano l'Ambiente, specialmente nelle zone in cui la raccolta differenziata non esiste ancora o è carente, ed in Italia ce ne sono molte di zone i cui abitanti non sono sensibili alla raccolta differenziata, anche perchè le Istituzioni locali non hanno sensibilizzato a loro volta i cittadini, o non hanno ancora realizato i servizi necessari a realizzare la raccolta differenziata.
Intanto il nostro pianeta soffre, l'aumento globale della temperatura sta causando danni enormi e, dicono gli addetti al lavori, alcuni danni saranno irreversibili. Cosa lasceremo ai nostri figli e nipoti? Non sarebbe più logico e responsabile che ognuno di noi facesse il proprio dovere anche verso l'Ambiente?
Ai posteri l'ardua sentenza. --- Invito chi mi legge a dare il loro parere ed i loro suggerimenti per ampliare questo blog, che ho iniziato per dare il mio apporto per la sensibilizzazione generale e per aumentare l'amore verso la Natura e l'Ambiente, che ci permettono di vivere bene, nonostante che noi facciamo ancora poco per difenderli.
Ci risentiamo alla prossima, Parleremo di tecnologie per diminuire le emissioni nocive delle automobili: in piccolo anche ognuno di noi può contribuire ad inquinare di meno, utilizzando piccoli accorgimenti e continuare così ad "Investire in salute per ... vivere bene". Ciao a tutti.
Visitate il mio sito aziendale: http://www.setiambiente.com/

martedì 8 febbraio 2011

Le tecnologie per migliorare ed utilizzare l'acqua di acquedotto.

Ormai è risaputo che la maggior parte delle persone non utilizza l'acqua corrente per bere, ma acquista acqua (minerale) in bottiglia, di solito in plastica (PET). E quì c'è da fare una considerazione:- Perchè chi compra acqua (minerale) per bere, continua ad usare l'acqua di rubinetto per cucinare? Di solito la maggior parte  delle persone rispondono:- L'acqua di rubinetto viene bollita e quindi è sicura e diventa ottima per cucinare. E quì c'è da fare una precisazione: - Le persone comprano acqua in bottiglia per bere, perchè questa non ha il sapore cattivo (di cloro, ecc.) che ha l'acqua di rubinetto. Ma quali sono le cause che rendono non desiderabile bere acqua di rubinetto? Bene.. non è il cloro, perchè, nella quantità controllata che gli acquedotti immettono in condotta per garantire la sterilizzazione dell'acqua e delle condotte idriche - fino al punto di fornitura (contatore acqua), il cloro residuo non da alcun sapore e/o odore.
Infatti ciò che ai non addetti sembra cloro, in effetti è il sapore di cloroderivati prodotti dall'azione del cloro con altri inquinanti chimici che, purtroppo, sono presenti nelle acque di acquedotto. E sono proprio gli inquinanti chimici che non vanno via con la bollitura dell'acqua anzi si concentrono, perchè, bollendo l'acqua, una parte di essa va via sotto forma di vapore e ciò che essa conteneva (minerali, sali ed inquinanti) rimane nell'acqua rimanente, concentrandosi appunto. Per evitare di acquistare acqua in bottiglie di plastica, una'ottima soluzione è quella di acquistare un purificatore domestico certificato, che, con la tecnologia della nanofiltrazione, elimina tutti gli inquinanti chimici e cloroderivati e permette di avere un'acqua pura con un contenuto residuo di sali e minerali almeno del 40% rispetto ai contenuti dell'acqua di acquedotto, cioè un'acqua oligominerale debatterizzata.