Interessantissime recensioni di importanza altamente sociale.
Buon giorno a tutti,
dopo molto tempo, torno a Voi pubblicizzando le seguenti recensioni, di carattere etico e di Importanza Altamente Sociale.
Trovata molecola antitumore da
due ricercatori dell’università di Urbino
Dalla natura lo sviluppo di una classe di
molecole per la lotta contro i tumori
Posted on marzo 25, 2013
Posted on marzo 25, 2013
Rilanciamo dal magazine online
dell’Università di Urbino Carlo Bo l’articolo di Anuska Pambianchi del 22 marzo
2013 “Dalla natura lo sviluppo di una classe di molecole per la lotta contro i
tumori“
Due studiosi di Urbino hanno individuato nel
“maltolo”, una sostanza naturale contenuta nel malto, nella cicoria, nel cocco,
nel caffè e in moltissimi altri prodotti naturali, la possibilità di
utilizzarlo per lo sviluppo di una nuova classe di molecole con spiccata
attività antineoplastica. La scoperta rappresenta un notevole avanzamento nella
ricerca di nuove strategie terapeutiche contro il cancro tanto da avere
ottenuto il brevetto nazionale, nell’attesa di quello internazionale.
Per la Legge sulle invenzioni e per la
Convenzione sulla concessione di brevetti europei (CBE) tutti i brevetti che
hanno per oggetto un composto chimico, devono possedere requisiti di novità,
originalità ed industrialità.
Questo lavoro è il frutto di una sinergia
multidisciplinare tra due gruppi di ricerca quelli del dott. Mirco Fanelli di
estrazione prettamente biomedica e l’altro, del prof. Vieri Fusi, prettamente
chimica, legati dal desiderio di esplorare e di progredire nei relativi bagagli
scientifici e culturali.
Il prof. Vieri Fusi e il dott. Mirco Fanelli
Il gruppo di ricerca diretto dal dott. Mirco
Fanelli, con sede a Fano presso il Centro di Biotecnologie, è impegnato da
tempo negli studi del ruolo delle alterazioni epigenetiche nel sviluppo del
cancro ed ha recentemente sviluppato una tecnica innovativa denominata PAT-ChIP
finalizzata allo studio dell’epigenoma direttamente nei campioni derivati dai
pazienti e conservati in paraffina (FFPE).
Il gruppo del professore Vieri Fusi, si è da
sempre occupato di riconoscimento molecolare, dello sviluppo sintetico di
recettori e metallo-recettori e degli aspetti termodinamici che guidano il riconoscimento
tra due specie chimiche.
Va sottolineato che, nonostante i progressi
sia nel campo della diagnostica (sempre più precoce) che degli approcci
chirurgico/terapeutici, il cancro è oggi una delle principali cause di morte
nei paesi industrializzati. Molti traguardi sono stati raggiunti nell’ultimo
ventennio nell’approccio a questa patologia e la ricerca scientifica ci ha dato
la possibilità di sviluppare numerosi protocolli terapeutici che hanno visto
sia ridurre la mortalità, per neoplasie prima considerate inguaribili, che di
aumentare l’aspettativa di vita di molti pazienti.
Tuttavia, proprio per la sua straordinaria
complessità, non è stata ancora sviluppata l’arma necessaria ad affrontare
alcuni tipi di tumori particolarmente aggressivi e quei tumori che si
sviluppano in seguito a trattamenti terapeutici (le cosiddette recidive).
«Negli ultimi anni – ci spiegano Vieri Fusi
e Mirco Fanelli – la ricerca in campo oncologico sta affrontando l’intera
problematica attraverso una doppia strategia: da un lato cerca di comprendere a
fondo le peculiarità molecolari alla base della patologia stessa e, dall’altro,
prova a sviluppare nuove molecole come potenziali farmaci (drug discovery). I
due approcci non navigano necessariamente su due binari diversi ed è proprio
con la scoperta dei meccanismi molecolari alterati nella cellula neoplastica
che si gettano le basi per lo sviluppo di nuove molecole atte a correggere
quelle alterazioni».
«La problematica – ci spiegano Mirco Fanelli
e Vieri Fusi – va necessariamente affrontata seguendo un iter che porta,
partendo dall’osservazione macroscopica del problema, all’analisi del processo
molecolare sia dal punto di vista eziopatogenetico che nella realizzazione del
potenziale farmaco e/o contromisure terapeutiche».
Ecco quindi nascere una sinergia che
affronta il problema sotto questi aspetti.
Di cosa si tratta?
Vieri Fusi: Il maltolo “per se” è una
molecola innocua, utilizzata talvolta come additivo alimentare per il suo aroma
e le sue proprietà antiossidanti, ma – se opportunamente modificata – può dare
origine a nuove molecole con interessanti proprietà biologiche. Due molecole
rappresentative di questa classe di composti sono state al momento sintetizzate
e caratterizzate nella loro capacità d’indurre alterazioni della cromatina e,
quindi, di condurre le cellule a rispondere in termini biologici.
Questa classe di composti è caratterizzata
da interessanti proprietà chimico/fisiche che li rende capaci sia di
raggiungere l’interno della cellula che di esplicare le loro funzioni nel
nucleo, dove risiede il nostro genoma (e dunque la cromatina).
Mirco Fanelli: Da subito abbiamo monitorato
come alcuni modelli neoplastici (colture cellulari in vitro) fossero sensibili
ai trattamenti con le due molecole (denominate malten e maltonis): le cellule,
in risposta ai trattamenti, alterano dapprima la loro capacità di replicare e,
successivamente, inducono un importante processo biologico che le conduce ad un
vero e proprio suicidio (denominato morte cellulare programmata).
La cosa ancora più interessante è che la
somministrazione delle due nuove molecole altera enormemente l’espressione
genica in funzione di una risposta atta a eliminare quelle micro modificazioni
che sia malten che maltonis sono capaci d’indurre all’interno della cellula.
Oltre che sul piano brevettuale, gli studi
sino ad ora condotti, hanno avuto un buon successo scientifico e sono stati
pubblicati su ottime riviste internazionali (British Journal of Cancer; Journal
of Organic Chemistry), fornendo il presupposto per proseguire gli studi su
modelli tumorali in vivo.
Vieri Fusi: Purtroppo non possiamo divulgare
i dettagli di quest’ultimi, visto che sono ancora nella fase di sottomissione
per la loro pubblicazione e coinvolgono anche altre strutture scientifiche.
Possiamo però anticipare che questi composti sembrano essere tollerati in vivo
(cosa non scontata) ed hanno dimostrato interessanti proprietà biologiche
inducendo una sensibile riduzione della massa tumorale.
Come agiscono le nuove molecole?
Mirco Fanelli: Ritornando agli aspetti
molecolari, queste nuove molecole sembrano agire attraverso dei meccanismi
nuovi riconducibili a modificazioni strutturali della cromatina. Tale
meccanismo di azione, ad oggi mai osservato in molecole ad azione
antineoplastica, è alla base per un potenziale sviluppo di molecole che possano
sfruttare strategie alternative con cui bersagliare le cellule tumorali.
Insomma, speriamo di poter sviluppare nuove armi con cui aggredire il cancro
con le quali poter migliorare le attuali cure soprattutto per quei tipi di
tumore ad oggi sprovvisti di terapia o derivanti da una recidiva.
- Gruppi di ricerca coinvolti
dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”:
- Prof. Vieri Fusi – Laboratorio di Chimica
Supramolecolare
- Dott. Mirco Fanelli – Laboratorio di
Patologia Molecolare “PaoLa”
- dettaglio delle pubblicazioni:
- Synthesis, basicity, structural characterization, and biochemical
properties of two [(3-hydroxy-4-pyron-2-yl)methyl]amine derivatives showing
antineoplastic features. Amatori S, Ambrosi G, Fanelli M, Formica M, Fusi V, Giorgi L,
Macedi E, Micheloni M, Paoli P, Pontellini R, Rossi P.
J Org Chem. 2012 Mar 2;77(5):2207-18. doi: 10.1021/jo202270j. Epub 2012
Feb 22.
- Malten, a new synthetic molecule showing in vitro antiproliferative activity
against tumour cells and induction of complex DNA structural
alterations.Amatori S, Bagaloni I, Macedi E, Formica M, Giorgi L, Fusi V,
Fanelli M.
Br J Cancer. 2010 Jul 13;103(2):239-48. doi: 10.1038/sj.bjc.6605745. Epub 2010 Jun 22.
- Attestato di Brevetto per Invenzione
Industriale – Ministero dello Sviluppo Economico – del 22.02.2012 (n°
0001392249) – Inventori: Fanelli-Fusi
Fonte: magazine online dell’Università di
Urbino Carlo Bo
UN'ALTRA RECENSIONE CON UN VIDEO GIORNALISTICO MOLTO INTERESSANTE:
Trovata molecola
antitumore da due ricercatori dell’università di Urbino
Due studiosi di Urbino hanno individuato nel “maltolo”, una
sostanza naturale contenuta nel malto, nella cicoria, nel cocco, nel caffè e in
moltissimi altri prodotti naturali, la possibilità di utilizzarlo per lo
sviluppo di una nuova classe di molecole con spiccata attività antineoplastica.
La scoperta rappresenta un notevole avanzamento nella ricerca di nuove
strategie terapeutiche contro il cancro tanto da avere ottenuto il brevetto
nazionale, nell’attesa di quello internazionale.
Per la Legge sulle invenzioni e per la Convenzione sulla
concessione di brevetti europei (CBE) tutti i brevetti che hanno per oggetto un
composto chimico, devono possedere requisiti di novità, originalità ed
industrialità.
Questo lavoro è il frutto di una sinergia multidisciplinare tra
due gruppi di ricerca quelli del dott. Mirco Fanelli di estrazione prettamente
biomedica e l’altro, del prof. Vieri Fusi, prettamente chimica, legati dal
desiderio di esplorare e di progredire nei relativi bagagli scientifici e
culturali.
Il prof. Vieri Fusi e il dott. Mirco Fanelli
Il gruppo di ricerca diretto dal dott. Mirco Fanelli, con sede a
Fano presso il Centro di Biotecnologie, è impegnato da tempo negli studi del
ruolo delle alterazioni epigenetiche nel sviluppo del cancro ed ha recentemente
sviluppato una tecnica innovativa denominata PAT-ChIP finalizzata allo studio
dell’epigenoma direttamente nei campioni derivati dai pazienti e conservati in
paraffina (FFPE).
Il gruppo del professore Vieri Fusi, si è da sempre occupato di
riconoscimento molecolare, dello sviluppo sintetico di recettori e
metallo-recettori e degli aspetti termodinamici che guidano il riconoscimento
tra due specie chimiche.
Va sottolineato che, nonostante i progressi sia nel campo della
diagnostica (sempre più precoce) che degli approcci chirurgico/terapeutici, il
cancro è oggi una delle principali cause di morte nei paesi industrializzati.
Molti traguardi sono stati raggiunti nell’ultimo ventennio nell’approccio a
questa patologia e la ricerca scientifica ci ha dato la possibilità di
sviluppare numerosi protocolli terapeutici che hanno visto sia ridurre la
mortalità, per neoplasie prima considerate inguaribili, che di aumentare
l’aspettativa di vita di molti pazienti.
Tuttavia, proprio per la sua straordinaria complessità, non è
stata ancora sviluppata l’arma necessaria ad affrontare alcuni tipi di tumori
particolarmente aggressivi e quei tumori che si sviluppano in seguito a
trattamenti terapeutici (le cosiddette recidive).
«Negli ultimi anni – ci spiegano Vieri Fusi e Mirco Fanelli – la
ricerca in campo oncologico sta affrontando l’intera problematica attraverso
una doppia strategia: da un lato cerca di comprendere a fondo le peculiarità
molecolari alla base della patologia stessa e, dall’altro, prova a sviluppare
nuove molecole come potenziali farmaci (drug discovery). I due approcci non
navigano necessariamente su due binari diversi ed è proprio con la scoperta dei
meccanismi molecolari alterati nella cellula neoplastica che si gettano le basi
per lo sviluppo di nuove molecole atte a correggere quelle alterazioni».
«La problematica – ci spiegano Mirco Fanelli e Vieri Fusi – va
necessariamente affrontata seguendo un iter che porta, partendo
dall’osservazione macroscopica del problema, all’analisi del processo
molecolare sia dal punto di vista eziopatogenetico che nella realizzazione del
potenziale farmaco e/o contromisure terapeutiche».
Ecco quindi nascere una sinergia che affronta il problema sotto
questi aspetti.
Di cosa si tratta?
Vieri Fusi: Il maltolo “per se” è una molecola innocua,
utilizzata talvolta come additivo alimentare per il suo aroma e le sue
proprietà antiossidanti, ma – se opportunamente modificata – può dare origine a
nuove molecole con interessanti proprietà biologiche. Due molecole
rappresentative di questa classe di composti sono state al momento sintetizzate
e caratterizzate nella loro capacità d’indurre alterazioni della cromatina e,
quindi, di condurre le cellule a rispondere in termini biologici.
Questa classe di composti è caratterizzata da interessanti
proprietà chimico/fisiche che li rende capaci sia di raggiungere l’interno della
cellula che di esplicare le loro funzioni nel nucleo, dove risiede il nostro
genoma (e dunque la cromatina).
Mirco Fanelli: Da subito abbiamo monitorato come alcuni modelli
neoplastici (colture cellulari in vitro) fossero sensibili ai trattamenti con
le due molecole (denominate malten e maltonis): le cellule, in risposta ai
trattamenti, alterano dapprima la loro capacità di replicare e,
successivamente, inducono un importante processo biologico che le conduce ad un
vero e proprio suicidio (denominato morte cellulare programmata).
La cosa ancora più interessante è che la somministrazione delle
due nuove molecole altera enormemente l’espressione genica in funzione di una
risposta atta a eliminare quelle micro modificazioni che sia malten che
maltonis sono capaci d’indurre all’interno della cellula.
Oltre che sul piano brevettuale, gli studi sino ad ora condotti,
hanno avuto un buon successo scientifico e sono stati pubblicati su ottime
riviste internazionali (British Journal of Cancer; Journal of Organic Chemistry),
fornendo il presupposto per proseguire gli studi su modelli tumorali in vivo.
Vieri Fusi: Purtroppo non possiamo divulgare i dettagli di
quest’ultimi, visto che sono ancora nella fase di sottomissione per la loro
pubblicazione e coinvolgono anche altre strutture scientifiche. Possiamo però
anticipare che questi composti sembrano essere tollerati in vivo (cosa non
scontata) ed hanno dimostrato interessanti proprietà biologiche inducendo una
sensibile riduzione della massa tumorale.
Come agiscono le nuove molecole?
Mirco Fanelli: Ritornando agli aspetti molecolari, queste nuove
molecole sembrano agire attraverso dei meccanismi nuovi riconducibili a
modificazioni strutturali della cromatina. Tale meccanismo di azione, ad oggi
mai osservato in molecole ad azione antineoplastica, è alla base per un
potenziale sviluppo di molecole che possano sfruttare strategie alternative con
cui bersagliare le cellule tumorali. Insomma, speriamo di poter sviluppare
nuove armi con cui aggredire il cancro con le quali poter migliorare le attuali
cure soprattutto per quei tipi di tumore ad oggi sprovvisti di terapia o
derivanti da una recidiva.
- Gruppi di ricerca coinvolti dell’Università degli Studi di
Urbino “Carlo Bo”:
- Prof. Vieri Fusi – Laboratorio di Chimica Supramolecolare
- Dott. Mirco Fanelli – Laboratorio di Patologia Molecolare
“PaoLa”
- dettaglio delle
pubblicazioni:
- Synthesis, basicity,
structural characterization, and biochemical properties of two
[(3-hydroxy-4-pyron-2-yl)methyl]amine derivatives showing antineoplastic
features. Amatori S, Ambrosi G, Fanelli M, Formica M, Fusi V,
Giorgi L, Macedi E, Micheloni M, Paoli P, Pontellini R, Rossi P.
J Org Chem. 2012 Mar
2;77(5):2207-18. doi: 10.1021/jo202270j. Epub 2012 Feb 22.
- Malten, a new synthetic
molecule showing in vitro antiproliferative activity against tumour cells and
induction of complex DNA structural alterations.Amatori S, Bagaloni I, Macedi
E, Formica M, Giorgi L, Fusi V, Fanelli M.
Br J Cancer. 2010 Jul
13;103(2):239-48. doi: 10.1038/sj.bjc.6605745. Epub
2010 Jun 22.
- Attestato di Brevetto per Invenzione Industriale – Ministero
dello Sviluppo Economico – del 22.02.2012 (n° 0001392249) – Inventori:
Fanelli-Fusi
(Fonte: magazine online dell’Università di Urbino
Carlo Bo)
Guardate questo interessante video:
EFFETTI DELLA COCA COLA SU NOSTRO ORGANISMO
Frugando nel web ho trovato questo
interessante articolo sugli effetti “devastanti” che un
solo bicchiere di Coca Cola ha
in un’ora sul nostro fisico una volta che la ingeriamo. Ecco cosa c’è scritto:
PRIMI VENTI MINUTI – Bevuto un bel sorso della nostra
fresca bevanda, “dieci cucchiaini di
zucchero colpiscono il sistema (più o meno il 100% della vostra razione
giornaliera consigliata)”.La troppa dolcezza viene neutralizzata
dall’acido fosforico contenuto
nella bevanda, che“sopprime” il sapore impedendoci di “vomitare all’istante”. Nei
successivi dieci minuti tutto questo zucchero finisce nel sangue, causando “una bomba insulinica”; il fegato
provvede “convertendo tutto lo
zucchero che trova (e ne trova moltissimo) in grasso”.
ENTRO I QUARANTA – Successivamente, si conclude l’assorbimento della caffeina. “Le pupille si dilatano, si alza la pressione
arteriosa, e perciò il fegato è costretto a rilasciare altro zucchero
nel sangue”. Come risultato, dopo quarantacinque minuti dall’assunzione
della Coca-Cola, il corpo “alza la
produzione di dopamina, stimolando i recettori del piacere”. E
questo è più o meno quello che fa “l’eroina”.
UN’ORA DOPO – Le reazioni chimiche nell’intestino
consentono “un’ulteriore
accelerazione del metabolismo”; l’alto quantitativo di zucchero e di dolcificanti
artificiali stimola anche la produzione di urina,
aiutata in questo dall’”azione diuretica
della caffeina”. E mentre il “rave party” nel nostro organismo inizia a scemare,
il corpo va in shock
ipoglicemico, facendoci diventare “irritabili e/o apatici”. Inoltre, a
questo punto, abbiamo letteralmente “pisciato
via tutta l’acqua contenuta nella coca, andata via insieme a preziosi nutrienti
che il nostro corpo avrebbe potuto usare per idratare il sistema o costruire
ossa e denti più forti”. Nelle successive ore, chiude il sito, il
corpo andrà incontro a un ulteriore crollo
caffeinico.
Dopo
aver letto queste belle notizie devo dire che ne sono rimasta molto
impressionata. Non avrei mai, e sottolineo mai, pensato che un solo bicchiere
della famosa bevanda potesse arrecare tutti questi danni.
Per accedere ai seguenti interessanti link, basta cliccare sui titoli in blu e spunterà il link di collegamento:
Fonte www.Signoraggio.it
·
"La carne è cancerogena... ed è anche causa di quasi
tutte le malattie degenerative, eliminatela o limitatene il consumo."
Categoria: Alimentazione
Pubblicato Domenica, 24 Marzo 2013 10:51
Visite: 170157
Molti mi chiedono il motivo per cui le popolazioni non sono
informate su questo, perchè i medici non ne parlino e perchè l'opinione comune
è di tutt'altra realtà.
La base è che viene fatta un informazione errata, dalle università alle riviste medico scientifiche.
I professori nelle università insegnano cose errate sull'argomento alimentazione, gli studenti a loro volta insegneranno non in maniera corretta i loro futuri alunni o pazienti e così via.
Le riviste medico scientifiche piu accreditate sono sul libro paga delle multinazionali farmaceutiche e pubblicano solo ciò che è consentito loro di pubblicare o ciò che è imposto loro dalle suddette multinazionali.
Molti medici e ricercatori, sulla base anche di numerose ricerche, per la maggior parte "insabbiate", sono coscienti degli effetti dannosi del consumo di carne, ma hanno le mani legate.
Io,che sono uno scienziato di fama internazionale, posso prendermi il lusso di fare queste affermazioni, se lo facessero loro, probabilmente non lavorerebbero piu.
La base è che viene fatta un informazione errata, dalle università alle riviste medico scientifiche.
I professori nelle università insegnano cose errate sull'argomento alimentazione, gli studenti a loro volta insegneranno non in maniera corretta i loro futuri alunni o pazienti e così via.
Le riviste medico scientifiche piu accreditate sono sul libro paga delle multinazionali farmaceutiche e pubblicano solo ciò che è consentito loro di pubblicare o ciò che è imposto loro dalle suddette multinazionali.
Molti medici e ricercatori, sulla base anche di numerose ricerche, per la maggior parte "insabbiate", sono coscienti degli effetti dannosi del consumo di carne, ma hanno le mani legate.
Io,che sono uno scienziato di fama internazionale, posso prendermi il lusso di fare queste affermazioni, se lo facessero loro, probabilmente non lavorerebbero piu.
L'industria alimentare e le
multinazionali farmaceutiche viaggiano di pari passo, l'una ha bisogno
dell'altra e queste due entità insieme, generano introiti circa venti volte
superiori a tutte le industrie petrolifere del globo messe insieme...potete
quindi ben capire che gli interessi economici sono alla base di questa
disinformazione.
Se tenete conto che ogni malato di cancro negli stati uniti fa guadagnare circa 250.000 dollari a suddette multinazionali, capirete che questa disinformazione è voluta ed è volta a farvi ammalare per poi tentare di curarvi".
Se tenete conto che ogni malato di cancro negli stati uniti fa guadagnare circa 250.000 dollari a suddette multinazionali, capirete che questa disinformazione è voluta ed è volta a farvi ammalare per poi tentare di curarvi".
Prof. Umberto Veronesi.
Ora avete capito perché sono giustificatamente "incazzato", essendo solo uno spettatore degli spot che aziende multinazionali si ostinano a divulgare, con modi per nulla "Etici", ma sfacciatamente ingannevoli, sfruttando l'ignoranza delle masse per scopi di interesse privato?
Allora aprite gli occhi, informatevi, chiedetemi altre informazioni e sarò felicissimo di darvele.
Collaborate a far crescere questo Blog; lo faccio e lo farete senza scopi di lucro, ma solo per far del bene al Prossimo.
Ho 66 anni e sono felicemente in pensione; ho deciso di utilizzare il mio tempo libero divulgando quanto appreso nei miei studi di autodidatta, di appassionato del "Vivere bene con coscienza" ed amante della "VERITA'.
Allora Vi invito ad "Investire in salute per ... vivere bene.
Vi do un fraterno arrivederci alla prossima volta.
Buona vita e salute a tutti.
Giuseppe la Barbera