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sabato 28 dicembre 2019

BUONE FESTE NATALIZIE, SALUTE ED ENERGIA PRANICA A TUTTI! 🌲⛄👋💝🎼🍀🤗

mercoledì 4 dicembre 2019

Buona sera e Buona Energia a Tutti!

Eccomi di nuovo per il terzo appuntamento sul significato e l'importanza delle tecniche del "PRANAYAMA" per la Vita su tutto l'Universo.

ANDIAMO A PRENDERE ARIA!

 Questa è un'esclamazione usata normalmente quando si desidera uscire da un ambiente chiuso, dove si è stati a lungo e dove l'aria è diventata così "pesante", o viziata, da indurci ad uscire all'aperto per andare a prendere un po' di aria più pulita.
Noi, civilizzati sedentari, persino quando ci troviamo all'aria pura della campagna e respiriamo, o ci sforziamo di respirare profondamente, inspiriamo si l'aria, ma NON LA PRENDIAMO!

Qual'è la differenza?
Per l'animale selvatico che vive nella Natura, come per l'uomo primitivo o per le popolazioni che sono rimaste vicino alla Natura selvaggia, l'aria ambientale è come per noi un elemento indispensabile per la vita, ma inoltre veicola un'infinità di informazioni e di messaggi provenienti dal mondo esterno. In realtà,il nostro senso olfattivo, confrontato con quello degli animali, è atrofizzato!
Per quanto riguarda gli animali, senza citare il cane poliziotto o i cani molecolari, il cui fiuto non cessa di meravigliarci, l'aria racchiude un mondo di sensazioni e di messaggi. E'tutta vibrante di effluvi: l'odore della preda nascosta nell'erba alta della savana, o quella del nemico in agguato...

Quelli che vanno a caccia grossa in Africa o in Asia, sanno perfettamente che il vento porta il loro odore alla selvaggina e gli dà l'allarme; così, per avvicinarsi alla loro vittima, essi tengono conto della direzione del vento. 
Quanto a noi, il nostro senso olfattivo ci serve  principalmente per annusare gli odori di cucina o i profumi artificiali, raramente i fiori!

Inspirando l'aria, l'animale ne prende possesso tramite le narici che, spesso, sono mobilissime. osservate le narici del rinoceronte dello zoo o quelle dell'umile coniglio domestico: esse captano attivamente l'aria. Certe popolazioni che vivono vicine alla Natura, in Africa o in Amazzonia, mostrano che l'uomo "naturale" anch'esso CAPTA E PALPA l'aria con le sue narici, e lo fa molto attivamente.
Le ali del naso hanno piccoli muscoli che, in noi, rimangono inattivi, ma che possiedono una grande mobilità in quegli uomini che sono chiamati selvaggi. A ciascuna inspirazione, le loro narici si dilatano per realizzare una vera prensione di aria. 

Facciamo dunque la prova di questa respirazione. Cominciamo col respirare normalmente. Le narici rimangono praticamente immobili. Poi, inspiriamo profondamente ed energicamente, rilasciando le ali del naso; constateremo che la suzione dell'inspirazione tende ad avvicinare le ali del naso e a ridurre così il passaggio offerto dalle narici al passaggio dell'aria. Succede persino che una delle narici si blocchi completamente sotto l'effetto di questa suzione.

PROVIAMO ORA A PRENDERE ARIA...

       Inspiriamo allargando le ali del naso mediante una trazione dei muscoli destinati a questo scopo (nell'espirazione bisogna rilasciarli).
Poche inspirazioni effettuate in questa maniera ci permetteranno di constatare che l'aria entra assai più facilmente, in più grande quantità ed in maniera più equilibrata, quindi attraverso le due narici, cosa che dal punto di vista dell'assorbimento del prana è estremamente importante.
Prendere aria allargando le narici del naso facilita non soltanto l'entrata di un'accresciuta quantità di aria, ma dirige attivamente la corrente d'aria che penetra nelle conche turbinate del naso, verso le zone tappezzate da terminazioni nervose tra le più sensibili.
Le terminazioni nervose delle conche turbinate del naso, incaricate di analizzare e di identificare gli odori, sebbene atrofizzate in rapporto a quelle dell'animale che vive in un mondo di sensazioni olfattive diverse, rimangono, nonostante tutto, di una sbalorditiva sensibilità, tanto che rendono possibile l'utilizzo dell'aromaterapia (ne abbiamo accennato nei precedenti post e ne parleremo più avanti).
Il nostro naso è una vera antenna pranica. L'allargamento delle narici modifica la forma di imbuto costituita dalla parte inferiori della nostra appendice nasale e guida l'aria inspirata verso le zone delle fosse nasali ove queste terminazioni nervose sono più numerose, là dove gli YOGI situano il nostro principale captatore di prana.

Sembrerebbe che questa particolare disposizione delle narici scateni, per via riflessa, una modificazione per gradi di tutto l'apparato respiratorio a cominciare dalle narici , persino nei bronchi, senza escludere che la sua influenza si estenda addirittura agli alveoli polmonari.
L'apparato respiratorio, connesso intimamente al sistema nervoso, costituisce sotto parecchi aspetti un tutto organico.
Esattamente come il fatto di mordere un frutto provoca nella bocca un getto di saliva e scatena progressivamente reazioni in tutto il tubo digerente, persino là dove il nutrimento non è ancora direttamente penetrato, così l'ammisione attiva di aria scatena meccanismi nervosi che influenzano l'assorbimento di aria in tutti i livelli dell'apparato respiratorio: in questo modo, un odore nauseabondo blocca immediatamente i meccanismi respiratori.

Tutto avviene come se l'allargamento delle narici condizionasse la ricettività di tutto il sistema respiratorio durante l'inspirazione.
    La percezione del passaggio dell'aria fresca nelle narici diviene così assai migliore e favorisce l'indispensabile concentrazione del mentale sul processo di assorbimento d'aria e prana.
    Va da sé che è impossibile respirare in questo modo durante tutta la giornata, ma, esercitandosi regolarmente a prendere l'aria in questo modo, con l'aiuto dell'addestramento, le ali del naso ritroveranno la loro mobilità. Col tempo, l'abitudine ancestrale, persa nel processo di domesticazione che noi pomposamente chiamiamo 'civilizzazione', si ristabilirà poco alla volta persino durante la notte in modo spontaneo.
Anche se la modificazione è impercettibile, essa può comportare - senza voler essere troppo ottimisti - un accrescimento del 10% della quantità d'aria inspirata. Ora, al ritmo di 18 respirazioni al minuto, alla fine dell'anno ciò rappresenterebbe 500.000 litri d'aria supplementari che penetrerebbero nei polmoni per vivificarne le cellule. 
    Con l'allenamento, Vi accorgerete anche che soltanto questa prensione attiva d'aria rende la respirazione agevole, armoniosa ed equilibrata; ciò che è augurabile in qualsiasi circostanza...
    Se la Natura ci ha dotati di muscoli, anche nel naso, questo è certo perché ce ne serviamo!

Per finire questo incontro, Vi esorto quindi ad allenarvi durante gli esercizi respiratori e durante la pratica del PRANAYAMA a inspirare attivamente allargando le ali del naso.
NON SOLO...! Imparate a respirare allargandole ali del naso anche durante la vita lavorativa normale. Se all'inizio sarà necessaria una concentrazione costante per respirare allargando le ali del naso, man mano diventerà una meravigliosa normale naturale abitudine, corroborata dal benessere che sicuramente si proverà respirando....come gli animali! 😂

Arrivederci al prossimo incontro.

Buona Vita e Buona Energia Pranica!
👃👍💪💟




- Sono disponibile via SKYPE o video chat Whatsapp, per consulenze sui metodi di respirazione controllata ed evoluta, idonei a risolvere, attraverso le tecniche di PRANAYAMA, seri e gravi problemi di ANSIA, PANICO, INSONNIA, STRESS DA LAVORO ED EMOTIVO/RELAZIONALE, STANCHEZZA CRONICA, QUINDI ASTENIA, CRISI NERVOSE, ecc.

Gli incontri via WEB o telefonicamente tramite video chat Whatsapp, devono essere gestiti tramite appuntamenti programmati.


I MIEI RECAPITI:

GIUSEPPE LA BARBERA
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sabato 9 novembre 2019

Buon Giorno e Buona Energia a Tutti...

Eccomi di nuovo per continuare, con il secondo incontro, il discorso sul significato e l'importanza del "PRANAYAMA" per la vita su tutto l'Universo.

.....Il nostro organismo si trova in rapporto costante con il Cosmo impregnato di vibrazioni energetiche, praniche. La differenza essenziale tra un oggetto inanimato -- sia esso una sedia o il più perfezionato robot -- e un essere vivente, dall'ameba all'uomo, sta in questo:
- Il primo è soggetto passivamente all'azione di forze cosmiche, mentre l'essere vivente si impadronisce del prana, lo trasforma e l'utilizza per i suoi propri scopi. Noi esistiamo traendo incessantemente prana dal cosmo, e questa estrazione si effettua per mezzo dell' intermediarietà di organi specializzati. Per gli Yogi, in ordine d'importanza, i principali punti di assorbimento di prana sono:

  1. le terminazioni nervose delle fosse nasali,
  2. gli alveoli polmonari,
  3. la lingua,
  4. la pelle.
Li esamineremo successivamente, cominciando dai meno importanti, per quanto riguarda il controllo del prana.

LA PELLE

       Superfluo precisare che la pelle è più di una semplice busta: è uno degli organi più voluminosi e più importante del corpo. Senza di essa non possiamo vivere: l'esempio di coloro che riportano gravi ustioni lo dimostra. Ma sono soprattutto le sue funzioni come emuntore ad essere note al grande pubblico e non la sua funzione d'apparato per assorbire vitalità.
       Attraverso i pori, rigettiamo tossine che altrimenti si accumulerebbero nell'organismo, ma ciò che è assai meno noto, e che ci interessa particolarmente, è la funzione "pranica della pelle".
Essa è -- o dovrebbe essere -- in contatto con l'aria vibrante di energia, in quanto essa può assorbire direttamente quantità importanti di prana solare: le teorie yogiche lo affermano ed anche la medicina occidentale, riferita alla produzione di vitamina D, indispensabile per la salute del sistema scheletrico e non solo. Questo fatto illumina l' ELIOSI di una luce diversa. Per gli Yogi essa sorpassa il semplice obiettivo di abbronzarsi la pelle, tanto più che in India quest'ambizione di abbronzarsi non esiste.
      Per gli Yogi inondare la pelle di sole significa assorbire raggiante energia solare (con le dovute precauzioni). In Occidente pensiamo che la pelle reagisca automaticamente all'azione dei raggi solari. E' vero; ma gli Yogi affermano che è possibile influenzare attivamente questo assorbimento di energia, accrescerlo e controllarlo volontariamente. Sebbene la funzione principale della pelle sia l'assorbimento di prana, questa è anche un organo di rigetto del prana, derivato dal fatto che essa è il sito di una importante emissione di energia elettrica. 
       La conoscenza delle leggi del controllo del prana, ci permetterà di fare dell' eliosi attiva, di valorizzare il nostro tempo di esposizione all'aria ed alla luce. 
       Quando, dunque, avremo i vestiti che ci proteggeranno dalle intemperie, senza isolarci dal prana cosmico? Riguardo a ciò, è consigliabile indossare indumenti di cotone invece che di fibre sintetiche, che si comportano come filtri degli ioni negativi, precludendo la benefica azione degli stessi sul nostro organismo. Nell'attesa, esponiamo la nostra pelle al sole e all'aria ogni volta che ce ne capiti l'occasione.

LA LINGUA

       La lingua è un importante organo di assorbimento di prana. Una parte non trascurabile dell'energia del corpo viene estratta dagli alimenti. Per l'Occidentale, uomo di solido buon senso, sembra persino essere la sola sorgente di energia e costituisce il nostro vero "carburante". Se consideriamo il corpo come una semplice macchina termica, senza approfondirne ulteriormente l'esame, questa visione sembrerebbe giustificata e non sarò io a negare l'importanza della dietetica.
       Ma ciò è valido soltanto per le particelle dense, solide, del corpo. Non appena affrontiamo il dominio delle energie sottili, vitali, praniche per definizione, questi componenti fisici divengono meno importanti. Dal punto di vista pranico, il fissaggio del prana è effettuato meno dallo stomaco e dall'intestino che dalla lingua.
       Gli Yogi collegano il prana al gusto: finché un alimento emana sapore, significa che c'è ancora del prana da estrarre. Per chiarire: il sapore non è il prana, esso ne indica la presenza.
Essi perciò masticano il cibo finché questo non diventa insipido (bolo); a questo punto -- dopo l'assorbimento del prana sottile -- questo viene inghiottito e il sistema digestivo può assimilarlo come materiale da costruzione del corpo.
L'importanza della masticazione appare così sotto un'ottica assai diversa da quella che considera la  masticazione unicamente come un mezzo per facilitare la digestione nello stomaco e nell'intestino. 
Se noi non mastichiamo gli alimenti fino a che non viene estratto il gusto -- dato che, secondo lo Yoga, non ci sono altri organi di assorbimento del prana nel tubo digerente -- il nutrimento può indubbiamente ricostruire il nostro corpo fisico, ma non rifare il pieno alle nostre batterie praniche, energetiche. Ben riflettendo, possiamo ammettere le teorie yogiche. Allorché siamo sfiniti, stanchi, e assumiamo del cibo, ci sentiamo quasi subito rinvigoriti, abbiamo l'impressione di aver reinstaurato il nostro dinamismo ed eccoci pronti per continuare a lavorare. Ora, fisiologicamente, l'effetto rinvigorente di un pasto non potrebbe farsi sentire prima di due o tre ore dopo, e non dal momento dell'ingestione, perché la digestione non è ancora cominciata!
Al contrario, prima che un alimento apporti energia, esso ne spende, poiché la digestione, processo assai complesso, accaparra fino al 70% dell'energia nervosa disponibile.
       La teoria yogica spiega tutto ciò se, per quanto riguarda l'alimentazione, si ammette che l'energia pranica è assorbita dalla lingua, quindi senza alcuna digestione. A questo punto, forse conviene ricordare che l'omeopatia prescrive di conservare molto a lungo i medicamenti sotto la lingua. L'omeopatia non è forse, in fin dei conti, un medicamento più pranico che chimico, per non dire esclusivamente pranico?

IL NASO

       Per quanto sia importante la funzione della pelle e della lingua, è il naso che, per gli yogi,  rappresenta il principale organo di assorbimento del prana. L'aria è il nostro principale alimento: la sua privazione ci fa passare in pochi minuti dalla vita al trapasso, la sua insufficienza provoca gravissimi disturbi fisiologici. Al ritmo di 18 inspirazioni, da un litro di aria al minuto di media, il nostro naso dà passaggio nei due sensi a circa 13.000 litri di aria nelle 24 ore! In confronto a questo volume, due litri di acqua e un chilo di nutrimento solido fanno una ben meschina figura!
       Essendo dunque l'aria il nostro nutrimento principale, il passaggio di questo elemento vitale è strettamente sorvegliato; questo è il motivo per cui le conche turbinate del naso sono tappezzate di un'infinità di ultrasensibili recettori nervosi, che possono rilevare tutte le variazioni qualitative dell'aria.
       Il naso non si contenta quindi di condizionare l'aria, di sbarazzarla dalle polveri, di riscaldarla, umidificarla, ma inoltre ne misura le qualità sottili. Un cattivo odore scatena immediatamente importanti meccanismi fisiologici: il corpo viene messo in stato di allarme, ogni cattivo odore è immediatamente sospettato di essere nocivo. La sensibilità dei recettori nervosi dell'odorato è incredibile. Pensate un istante a tutto ciò che accade allorché respirate il profumo di una rosa...la quantità di materia emanata dal fiore è minima, che solamente strumenti di misurazione ultra perfetti della fisica nucleare sarebbero capaci di coglierla e di misurarla; tuttavia il nostro apparato olfattivo reagisce all'istante e in maniera percepibile dalla nostra coscienza.
Non ci contentiamo di percepire un profumo, lo identifichiamo con precisione: riconosciamo immediatamente il profumo della rosa, del mughetto e del giglio che profumano l'atmosfera.
       L'umanità ha dato sempre un posto importante ai profumi: fin dall'antichità, l'uomo ha saputo estrarre da piante e fiori essenze balsamiche IONIZZATE ED IONIZZABILI. I profumi naturali sono portatori di prana, di bioelettricità. Il profumo è un elemento capitale e inebriante della vita della pianta. La sua funzione è duplice: da una parte attira gli insetti imenotteri (api, etc...) che bottinano il nettare e assicurano la fecondazione; d'altra parte esso respinge, addirittura distrugge determinati micro-organismi o insetti parassiti, qualche volta a grande distanza. Un profumo gradevole ci incita a respirare profondamente, indubbiamente perché il nostro organismo sa che ci è favorevole. Aspirare il profumo dei fiori significa comunicare con la Natura. 
      L'Aromaterapia, il trattamento cioè di determinate malattie mediante odori balsamici, conosce oggi una nuova moda. Osserviamo che soltanto le essenze balsamiche naturali sono attive, quelle di sintesi non producono tali effetti curativi o rigeneranti. Secondo i promotori dell'aromaterapia, l'essenza vegetale naturale diffonde rapidamente i suoi pregi attraverso tutto l'organismo, grazie alla sua sottigliezza e alla sua vita elettrica.
Cito gli stessi termini impiegati dai difensori di questa scienza terapeutica:
       "Trasportata dalla corrente sanguigna, l'essenza aromatica ionizzata del vegetale imbeve ed impregna i minimi recessi organici, vitalizza potentemente le cellule polarizzate e depolarizzate, calma le carenze elettroniche ricaricando gli accumulatori bio-elettromagnetici, defloccula per risonanza vibratoria la galassia cellulare, dissolvendo le sostanze vischiose e morbose degli umori. Essa ossida i rifiuti tossici dei metabolismi, aumenta il BILANCIO ENERGETICO, sblocca il meccanismo delle ossidazioni organiche e dell'autoregolazione, arrivando così ai polmoni e ai reni, dove essa è rispettivamente esalata ed escreta SENZA LASCIARE TRACCIA. Lisciviando la cellula, le potenti cariche elettrolitiche dell'aroma rilanciano per induzione le ondulazioni vibratorie e ristabiliscono gli scambi elettro sanguigni extra-tessutari. (Dottor Jean Valnè, rivista "L'Hopital", Parigi, 1961).

       L'Aromaterapia è, per definizione, basata sull'assorbimento di elementi volatili, ionizzati, pranizzati della mucosa del naso. Inoltre, agendo sulle terminazioni nervose delle conche turbinate del naso, che sono in relazione per via riflessa con centri nervosi situati nel midollo spinale (specialmente nel bulbo), si possono provocare reazioni profonde e immediate su tutte le funzioni dell'organismo.
Ce lo dimostra un esempio familiare: in presenza di una persona in stato di sincope, qual'è la nostra reazione? Cerchiamo immediatamente la salvatrice boccetta di ammoniaca e la facciamo respirare alla persona svenuta. In realtà, dato che è in stato di sincope, essa praticamente non respira! A quale livello agisce il gas irritante? Nei polmoni..NO, perché soltanto una minima frazione penetra fino agli alveoli polmonari! E' quindi sulle terminazioni nervose delle conche turbinate del naso che agisce il gas. Presto la vittima respira di nuovo, il cuore accelera i suoi battiti, il viso livido si fa roseo, gli occhi si aprono e, tutta sbalordita, questa persona si chiede cosa le è successo.
Ciò dimostra fino a che punto le conche turbinate del naso sono in rapporto con centri nervosi vitali.
Citiamo anche la riflesso-terapia endo-nasale: questa tecnica terapeutica che ha destato grandi speranze, ma che non è sopravvissuta ai suoi inconveniente di ordine pratico. Se titilliamo alcuni punti precisi nelle fosse nasali, scateniamo, per via riflessa, delle reazioni in visceri lontani: stomaco, fegato, reni, milza, etc. L'utilizzazione terapeutica di questo fenomeno ha dato vita alla riflesso-terapia endo-nasale. Ma...c'è un ma! La zona corrispondente a un determinato organo è forzatamente minuscola e il punto esatto varia per ciascun individuo, perché esattamente come non ci sono due impronte digitali identiche, la geografia nervosa delle conche turbinate del naso di ognuno è unica. Occorrono quindi ricerche individuali approfondite per preparare la mappa nasale prima di iniziare un trattamento! Inoltre, questa terapeutica non era stata applicata che a perturbazioni funzionali recenti, non ancorate nel soma sotto forma di lesioni organiche. Ecco perché questo metodo ha dovuto cedere di fronte ai suoi inconvenienti di ordine pratico. 
Nonostante ciò, esso ci conferma che le conche turbinate del naso sono in rapporto riflesso con tutta la meccanica nervosa che regola il funzionamento del nostro corpo. Queste conclusioni sono assai importanti per permetterci di comprendere le leggi dell'accumulo di energia pranica definite dagli Yogi.

GLI ALVEOLI POLMONARI

       Se le conche turbinate del naso sono l'organo principale di assorbimento del prana, i polmoni sono anch'essi sede di importanti manifestazioni praniche. Il passaggio dell'ossigeno dall'area alveolare nel sangue dipende strettamente dalle qualità fisiche, cioè bio-elettriche, del sangue.

IL PRANA OBBEDISCE AL PENSIERO

Una delle scoperte più notevoli degli Yogi, che da sole giustificherebbe la pratica e lo studio dello YOGA, è che il PRANA OBBEDISCE AL PENSIERO!
In altre parole, il pensiero concentrato permette di assorbire una quantità accresciuta di prana.
       Qui l'Hatha Yoga, di cui la pratica del Pranayama costituisce una delle chiavi di volta -- assieme agli asana e al rilassamento -- si unisce al Raja-Yoga -- lo Yoga del controllo mentale -- in quanto è il mentale che dirige volontariamente e consciamente l'assorbimento, l'assunzione e la distribuzione del prana nel corpo umano. 
Tenete presente questa regola: l'assorbimento e l'accumulo del prana sono sotto il controllo del pensiero, perché è questo che regge la pratica del pranayama.

Questa lezione è stata tratta da Pranayama - La Dinamica del Respiro (Andrè Van Lyseneth).

Attenzione! Non voglio in nessun modo costringervi ad acquistare libri o passare giorni, mesi ed anni a studiare per risolvere eventuali vostri problemi fisiologici o psicologici.
Scrivo questi post per farvi capire che allo studio pluridecennale ci ho pensato io e, considerata la mia esperienza in materia, sarò, se lo volete, a Vs, disposizione per aiutarvi a risolvere problemi fisiologici-energetici in modo del tutto naturale....utilizzando le tecniche del 

PRANAYAMA

Grazie per l'attenzione!

Vi do appuntamento al prossimo incontro.

Buona Vita e Buona Energia Pranica!

Giuseppe La Barbera

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mercoledì 30 ottobre 2019

SALUTE E BENESSERE A TUTTI! 👋

Eccomi di nuovo, finalmente, dopo una lunga assenza, causata da diversi impegni di lavoro e personali.

Da oggi desidero condividere, con chiunque fosse interessato, le mie esperienze scaturite da studi scientifici approfonditi sugli effetti della RESPIRAZIONE YOGA, precisamente IL PRANAYAMA, sulla salute del corpo e della mente!

Non posso e non voglio generalizzare, perché le suddette tecniche, per avere effetto completo, sicuro e positivo, devono essere personalizzate secondo le necessità fisiologiche, mentali e psicologiche di ognuno.

Accenno soltanto al significato della parola PRANAYAMA:

Quando ci si approccia alla disciplina dello yoga, la principale difficoltà che si pensa di dover affrontare è quella fisica nell'eseguire gli asana mentre, in realtà, la vera difficoltà è nascosta in un aspetto che più di tutto diamo per scontato: LA RESPIRAZIONE.

La respirazione è un atto fisiologico spontaneo, ma con la giusta pratica può essere controllato, ampliato e utilizzato al meglio per favorire le performance fisiche e psichiche del nostro organismo.
Per questo motivo ho deciso di trattare l'argomento allo scopo di approfondirne gli aspetti più importanti sia da un punto di vista scientifico, che da un punto di vista introspettivo/psichico.

LA RESPIRAZIONE

Il nostro respiro inizia dal momento in cui nasciamo; questa necessità è dovuta al fatto che le nostre cellule hanno bisogno continuamente di ossigeno per produrre l'energia necessaria ai processi vitali.
L'ossigeno che si trova nell'aria, viene acquisito attraverso la respirazione con scambi gassosi tra ambiente esterno e organismo e tra aria e sangue.
È importante che l'aria nei nostri polmoni si rinnovi di continuo, questo per permettere la vita alle cellule che altrimenti, senza ossigeno, si esaurirebbe rapidamente. Sono i movimenti respiratori che consentono la ventilazione polmonare.

Detto ciò, faccio una parentesi ed inserisco il significato di PRANAYAMA:

IL CONCETTO DI PRANA

Per poter spiegare il significato e le tecniche del PRANAYAMA, dobbiamo approfondire il discorso sul suo significato.
Prana, in sanscrito, significa energia vitale o vita, ma racchiude molti significati: energia che permea l'universo; energia fisica, mentale, spirituale, cosmica; calore, luce gravità e elettricità.
È l'energia potenziale in tutti gli esseri viventi; il respiro vitale di tutti gli esseri universali, l'energia che crea, protegge e distrugge, e queste sono solo alcune delle definizioni che vengono associate al prana, ma possiamo riassumerle dicendo che è quell'energia vitale presente in tutti i processi dell'universo.
Quando parliamo di prana, lo associamo al respiro ma non dobbiamo considerarlo semplicemente come l'aria che respiriamo.
Dobbiamo anche fare una distinzione tra Prana con la lettera maiuscola e prana con la lettera minuscola.
Quando parliamo di Prana (con la maiuscola) intendiamo indicare l'Energia Cosmica nel suo insieme; prana (con la minuscola) invece ne indica le manifestazioni; quindi un'energia differenziata nella forma in cui si manifesta.

Secondo gli Yogi ciò che caratterizza la vita è proprio quello di attrarre prana dentro di sé, per trasformarlo poi nel nostro agire, nel mondo esterno e dentro di noi.
Siamo completamente circondati da prana e la fonte più importante ne è l'atmosfera. Il prana dell'atmosfera è costituito per la maggior parte da particelle elettrizzate (ioni negativi), ed è la sorgente principale di tutte le energie in azione nel corpo.
Ricordiamo che gli ioni sono atomi o molecole addizionati o privati, di uno o più elettroni. Gli organismi biologici sono fatti di atomi e molecole e la loro attività metabolica (vita) si basa sullo scambio di ioni, presi principalmente dall'atmosfera (con la respirazione) e in misura ridotta dall'alimentazione.

Nell'atmosfera troviamo essenzialmente due tipi di ioni: ioni negativi e positivi.
Gli ioni negativi, attivi elettricamente, rapidi e mobilissimi nell'aria che respiriamo, sono per lo più costituiti da uno o più atomi di ossigeno o di azoto, e conferiscono vitalità all'organismo.
Gli ioni positivi o ioni lenti, presentano un nucleo poli molecolare, che cattura i piccoli ioni negativi agglutinandoli; la presenza di numerosi grossi ioni diminuisce la conduttività elettrica dell'aria.
Nell'atmosfera di città, quindi normalmente inquinata, troveremo una presenza maggiore di ioni positivi, mentre in campagna e prevalentemente all'aria aperta, lontani da fonti di inquinamento,
troveremo una massiccia presenza di ioni negativi e quindi prana atmosferico. Da questo possiamo dedurre quanto l'atmosfera in città sia priva di prana e di conseguenza debilitante e quanto invece
stare all'aria aperta favorisca l'ingresso di prana vitale.

Per ionizzare negativamente gli atomi di ossigeno, c'è bisogno di aggiungergli ulteriore energia, ciò avviene attraverso fonti come: il sole, i raggi cosmici, grandi masse d'acqua in movimento e in
evaporazione e il vento.
Grazie agli studi del russo Tchijevski di Kiev e il francese Fred Vles, professore alla facoltà di medicina di Strasburgo, si è scoperta l'esistenza di un metabolismo dell'elettricità.
"L'organismo vivente e quindi anche l'uomo si carica negativamente mediante l'assorbimento di piccoli ioni negativi, che verranno impiegati in tutti i fenomeni di ossido riduzione all'interno
dell'organismo stesso; le cariche negative in eccesso vengono eliminate per mezzo della dispersione generale, che ha luogo attraverso la pelle".
Vles ha inoltre dimostrato che la dispersione di elettricità è favorita dall'azione fotochimica della luce ultravioletta proveniente maggiormente dai raggi solari. Assimilare ioni negativi ed eliminare
l'elettricità in eccedenza permette all'organismo di vivere in buona salute.
"Come si è scoperto in geofisica, la terra è assimilabile a un conduttore elettrico, la cui superficie è caricata negativamente (livello del mare) mentre l'alta atmosfera (alta montagna) positivamente, e con precisione possiamo dire che il "gradiente potenziale" dell'atmosfera differisce notevolmente a secondo del sito e dell'epoca (variazioni diurne e stagionali), ed è influenzato da eventi cosmici,
principalmente l'attività solare e le fasi lunari, e quindi anche gli esseri viventi ne sono influenzati.
L'organismo umano è un sistema elettrico, dove avvengono continui scambi con le energie cosmiche e telluriche che lo circondano." Questi scambi devono essere favoriti e non bisogna
isolarsene come avviene oggi, ad esempio, attraverso gli indumenti che formano uno strato isolante, frenando la normale eliminazione dell'elettricità attraverso la pelle e riducendo gli scambi elettrici
con l'aria atmosferica. Questo avviene anche se ci chiudiamo spesso nelle mura di casa o di edifici, oppure chiudendoci in una stanza con la sola circolazione dell'aria condizionata che filtra e cattura gli ioni negativi.
L'assenza di corrente elettrica è svantaggiosa ed ha effetti negativi sulla vitalità dell'essere umano.
Tra il nostro corpo, caricato negativamente e la carica generalmente positiva dell'aria, si stabiliscono correnti permanenti, che determinano un'eccitazione del sistema nervoso periferico e centrale e di
tutto l'organismo.....................

Per il momento mi fermo, in modo che Voi possiate assimilare bene i concetti esposti....
Amplieremo le lezioni e le informazioni con la prossima pubblicazione.

Desidero informarVi di un mio progetto molto importante:

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lunedì 1 luglio 2013

Interessantissime recensioni di importanza altamente sociale.


Buon giorno a tutti,

dopo molto tempo, torno a Voi pubblicizzando le seguenti recensioni, di carattere etico e di Importanza Altamente Sociale.

Trovata molecola antitumore da due ricercatori dell’università di Urbino

Dalla natura lo sviluppo di una classe di molecole per la lotta contro i tumori
Posted on marzo 25, 2013 

Rilanciamo dal magazine online dell’Università di Urbino Carlo Bo l’articolo di Anuska Pambianchi del 22 marzo 2013 “Dalla natura lo sviluppo di una classe di molecole per la lotta contro i tumori“
Due studiosi di Urbino hanno individuato nel “maltolo”, una sostanza naturale contenuta nel malto, nella cicoria, nel cocco, nel caffè e in moltissimi altri prodotti naturali, la possibilità di utilizzarlo per lo sviluppo di una nuova classe di molecole con spiccata attività antineoplastica. La scoperta rappresenta un notevole avanzamento nella ricerca di nuove strategie terapeutiche contro il cancro tanto da avere ottenuto il brevetto nazionale, nell’attesa di quello internazionale.
Per la Legge sulle invenzioni e per la Convenzione sulla concessione di brevetti europei (CBE) tutti i brevetti che hanno per oggetto un composto chimico, devono possedere requisiti di novità, originalità ed industrialità.
Questo lavoro è il frutto di una sinergia multidisciplinare tra due gruppi di ricerca quelli del dott. Mirco Fanelli di estrazione prettamente biomedica e l’altro, del prof. Vieri Fusi, prettamente chimica, legati dal desiderio di esplorare e di progredire nei relativi bagagli scientifici e culturali.
Il prof. Vieri Fusi e il dott. Mirco Fanelli
Il gruppo di ricerca diretto dal dott. Mirco Fanelli, con sede a Fano presso il Centro di Biotecnologie, è impegnato da tempo negli studi del ruolo delle alterazioni epigenetiche nel sviluppo del cancro ed ha recentemente sviluppato una tecnica innovativa denominata PAT-ChIP finalizzata allo studio dell’epigenoma direttamente nei campioni derivati dai pazienti e conservati in paraffina (FFPE).
Il gruppo del professore Vieri Fusi, si è da sempre occupato di riconoscimento molecolare, dello sviluppo sintetico di recettori e metallo-recettori e degli aspetti termodinamici che guidano il riconoscimento tra due specie chimiche.
Va sottolineato che, nonostante i progressi sia nel campo della diagnostica (sempre più precoce) che degli approcci chirurgico/terapeutici, il cancro è oggi una delle principali cause di morte nei paesi industrializzati. Molti traguardi sono stati raggiunti nell’ultimo ventennio nell’approccio a questa patologia e la ricerca scientifica ci ha dato la possibilità di sviluppare numerosi protocolli terapeutici che hanno visto sia ridurre la mortalità, per neoplasie prima considerate inguaribili, che di aumentare l’aspettativa di vita di molti pazienti.
Tuttavia, proprio per la sua straordinaria complessità, non è stata ancora sviluppata l’arma necessaria ad affrontare alcuni tipi di tumori particolarmente aggressivi e quei tumori che si sviluppano in seguito a trattamenti terapeutici (le cosiddette recidive).
«Negli ultimi anni – ci spiegano Vieri Fusi e Mirco Fanelli – la ricerca in campo oncologico sta affrontando l’intera problematica attraverso una doppia strategia: da un lato cerca di comprendere a fondo le peculiarità molecolari alla base della patologia stessa e, dall’altro, prova a sviluppare nuove molecole come potenziali farmaci (drug discovery). I due approcci non navigano necessariamente su due binari diversi ed è proprio con la scoperta dei meccanismi molecolari alterati nella cellula neoplastica che si gettano le basi per lo sviluppo di nuove molecole atte a correggere quelle alterazioni».
«La problematica – ci spiegano Mirco Fanelli e Vieri Fusi – va necessariamente affrontata seguendo un iter che porta, partendo dall’osservazione macroscopica del problema, all’analisi del processo molecolare sia dal punto di vista eziopatogenetico che nella realizzazione del potenziale farmaco e/o contromisure terapeutiche».
Ecco quindi nascere una sinergia che affronta il problema sotto questi aspetti.
Di cosa si tratta?
Vieri Fusi: Il maltolo “per se” è una molecola innocua, utilizzata talvolta come additivo alimentare per il suo aroma e le sue proprietà antiossidanti, ma – se opportunamente modificata – può dare origine a nuove molecole con interessanti proprietà biologiche. Due molecole rappresentative di questa classe di composti sono state al momento sintetizzate e caratterizzate nella loro capacità d’indurre alterazioni della cromatina e, quindi, di condurre le cellule a rispondere in termini biologici.
Questa classe di composti è caratterizzata da interessanti proprietà chimico/fisiche che li rende capaci sia di raggiungere l’interno della cellula che di esplicare le loro funzioni nel nucleo, dove risiede il nostro genoma (e dunque la cromatina).
Mirco Fanelli: Da subito abbiamo monitorato come alcuni modelli neoplastici (colture cellulari in vitro) fossero sensibili ai trattamenti con le due molecole (denominate malten e maltonis): le cellule, in risposta ai trattamenti, alterano dapprima la loro capacità di replicare e, successivamente, inducono un importante processo biologico che le conduce ad un vero e proprio suicidio (denominato morte cellulare programmata).
La cosa ancora più interessante è che la somministrazione delle due nuove molecole altera enormemente l’espressione genica in funzione di una risposta atta a eliminare quelle micro modificazioni che sia malten che maltonis sono capaci d’indurre all’interno della cellula.
Oltre che sul piano brevettuale, gli studi sino ad ora condotti, hanno avuto un buon successo scientifico e sono stati pubblicati su ottime riviste internazionali (British Journal of Cancer; Journal of Organic Chemistry), fornendo il presupposto per proseguire gli studi su modelli tumorali in vivo.
Vieri Fusi: Purtroppo non possiamo divulgare i dettagli di quest’ultimi, visto che sono ancora nella fase di sottomissione per la loro pubblicazione e coinvolgono anche altre strutture scientifiche. Possiamo però anticipare che questi composti sembrano essere tollerati in vivo (cosa non scontata) ed hanno dimostrato interessanti proprietà biologiche inducendo una sensibile riduzione della massa tumorale.
Come agiscono le nuove molecole?
Mirco Fanelli: Ritornando agli aspetti molecolari, queste nuove molecole sembrano agire attraverso dei meccanismi nuovi riconducibili a modificazioni strutturali della cromatina. Tale meccanismo di azione, ad oggi mai osservato in molecole ad azione antineoplastica, è alla base per un potenziale sviluppo di molecole che possano sfruttare strategie alternative con cui bersagliare le cellule tumorali. Insomma, speriamo di poter sviluppare nuove armi con cui aggredire il cancro con le quali poter migliorare le attuali cure soprattutto per quei tipi di tumore ad oggi sprovvisti di terapia o derivanti da una recidiva.
- Gruppi di ricerca coinvolti dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”:
- Prof. Vieri Fusi – Laboratorio di Chimica Supramolecolare
- Dott. Mirco Fanelli – Laboratorio di Patologia Molecolare “PaoLa”
- dettaglio delle pubblicazioni:
- Synthesis, basicity, structural characterization, and biochemical properties of two [(3-hydroxy-4-pyron-2-yl)methyl]amine derivatives showing antineoplastic features. Amatori S, Ambrosi G, Fanelli M, Formica M, Fusi V, Giorgi L, Macedi E, Micheloni M, Paoli P, Pontellini R, Rossi P.
J Org Chem. 2012 Mar 2;77(5):2207-18. doi: 10.1021/jo202270j. Epub 2012 Feb 22.
- Malten, a new synthetic molecule showing in vitro antiproliferative activity against tumour cells and induction of complex DNA structural alterations.Amatori S, Bagaloni I, Macedi E, Formica M, Giorgi L, Fusi V, Fanelli M.
Br J Cancer. 2010 Jul 13;103(2):239-48. doi: 10.1038/sj.bjc.6605745. Epub 2010 Jun 22.
- Attestato di Brevetto per Invenzione Industriale – Ministero dello Sviluppo Economico – del 22.02.2012 (n° 0001392249) – Inventori: Fanelli-Fusi
Fonte: magazine online dell’Università di Urbino Carlo Bo

UN'ALTRA RECENSIONE CON UN VIDEO GIORNALISTICO MOLTO INTERESSANTE:

Trovata molecola antitumore da due ricercatori dell’università di Urbino


Due studiosi di Urbino hanno individuato nel “maltolo”, una sostanza naturale contenuta nel malto, nella cicoria, nel cocco, nel caffè e in moltissimi altri prodotti naturali, la possibilità di utilizzarlo per lo sviluppo di una nuova classe di molecole con spiccata attività antineoplastica. La scoperta rappresenta un notevole avanzamento nella ricerca di nuove strategie terapeutiche contro il cancro tanto da avere ottenuto il brevetto nazionale, nell’attesa di quello internazionale.
Per la Legge sulle invenzioni e per la Convenzione sulla concessione di brevetti europei (CBE) tutti i brevetti che hanno per oggetto un composto chimico, devono possedere requisiti di novità, originalità ed industrialità.
Questo lavoro è il frutto di una sinergia multidisciplinare tra due gruppi di ricerca quelli del dott. Mirco Fanelli di estrazione prettamente biomedica e l’altro, del prof. Vieri Fusi, prettamente chimica, legati dal desiderio di esplorare e di progredire nei relativi bagagli scientifici e culturali.
Il prof. Vieri Fusi e il dott. Mirco Fanelli
Il gruppo di ricerca diretto dal dott. Mirco Fanelli, con sede a Fano presso il Centro di Biotecnologie, è impegnato da tempo negli studi del ruolo delle alterazioni epigenetiche nel sviluppo del cancro ed ha recentemente sviluppato una tecnica innovativa denominata PAT-ChIP finalizzata allo studio dell’epigenoma direttamente nei campioni derivati dai pazienti e conservati in paraffina (FFPE).
Il gruppo del professore Vieri Fusi, si è da sempre occupato di riconoscimento molecolare, dello sviluppo sintetico di recettori e metallo-recettori e degli aspetti termodinamici che guidano il riconoscimento tra due specie chimiche.
Va sottolineato che, nonostante i progressi sia nel campo della diagnostica (sempre più precoce) che degli approcci chirurgico/terapeutici, il cancro è oggi una delle principali cause di morte nei paesi industrializzati. Molti traguardi sono stati raggiunti nell’ultimo ventennio nell’approccio a questa patologia e la ricerca scientifica ci ha dato la possibilità di sviluppare numerosi protocolli terapeutici che hanno visto sia ridurre la mortalità, per neoplasie prima considerate inguaribili, che di aumentare l’aspettativa di vita di molti pazienti.
Tuttavia, proprio per la sua straordinaria complessità, non è stata ancora sviluppata l’arma necessaria ad affrontare alcuni tipi di tumori particolarmente aggressivi e quei tumori che si sviluppano in seguito a trattamenti terapeutici (le cosiddette recidive).
«Negli ultimi anni – ci spiegano Vieri Fusi e Mirco Fanelli – la ricerca in campo oncologico sta affrontando l’intera problematica attraverso una doppia strategia: da un lato cerca di comprendere a fondo le peculiarità molecolari alla base della patologia stessa e, dall’altro, prova a sviluppare nuove molecole come potenziali farmaci (drug discovery). I due approcci non navigano necessariamente su due binari diversi ed è proprio con la scoperta dei meccanismi molecolari alterati nella cellula neoplastica che si gettano le basi per lo sviluppo di nuove molecole atte a correggere quelle alterazioni».
«La problematica – ci spiegano Mirco Fanelli e Vieri Fusi – va necessariamente affrontata seguendo un iter che porta, partendo dall’osservazione macroscopica del problema, all’analisi del processo molecolare sia dal punto di vista eziopatogenetico che nella realizzazione del potenziale farmaco e/o contromisure terapeutiche».
Ecco quindi nascere una sinergia che affronta il problema sotto questi aspetti.
Di cosa si tratta?
Vieri Fusi: Il maltolo “per se” è una molecola innocua, utilizzata talvolta come additivo alimentare per il suo aroma e le sue proprietà antiossidanti, ma – se opportunamente modificata – può dare origine a nuove molecole con interessanti proprietà biologiche. Due molecole rappresentative di questa classe di composti sono state al momento sintetizzate e caratterizzate nella loro capacità d’indurre alterazioni della cromatina e, quindi, di condurre le cellule a rispondere in termini biologici.
Questa classe di composti è caratterizzata da interessanti proprietà chimico/fisiche che li rende capaci sia di raggiungere l’interno della cellula che di esplicare le loro funzioni nel nucleo, dove risiede il nostro genoma (e dunque la cromatina).
Mirco Fanelli: Da subito abbiamo monitorato come alcuni modelli neoplastici (colture cellulari in vitro) fossero sensibili ai trattamenti con le due molecole (denominate malten e maltonis): le cellule, in risposta ai trattamenti, alterano dapprima la loro capacità di replicare e, successivamente, inducono un importante processo biologico che le conduce ad un vero e proprio suicidio (denominato morte cellulare programmata).
La cosa ancora più interessante è che la somministrazione delle due nuove molecole altera enormemente l’espressione genica in funzione di una risposta atta a eliminare quelle micro modificazioni che sia malten che maltonis sono capaci d’indurre all’interno della cellula.
Oltre che sul piano brevettuale, gli studi sino ad ora condotti, hanno avuto un buon successo scientifico e sono stati pubblicati su ottime riviste internazionali (British Journal of Cancer; Journal of Organic Chemistry), fornendo il presupposto per proseguire gli studi su modelli tumorali in vivo.
Vieri Fusi: Purtroppo non possiamo divulgare i dettagli di quest’ultimi, visto che sono ancora nella fase di sottomissione per la loro pubblicazione e coinvolgono anche altre strutture scientifiche. Possiamo però anticipare che questi composti sembrano essere tollerati in vivo (cosa non scontata) ed hanno dimostrato interessanti proprietà biologiche inducendo una sensibile riduzione della massa tumorale.
Come agiscono le nuove molecole?
Mirco Fanelli: Ritornando agli aspetti molecolari, queste nuove molecole sembrano agire attraverso dei meccanismi nuovi riconducibili a modificazioni strutturali della cromatina. Tale meccanismo di azione, ad oggi mai osservato in molecole ad azione antineoplastica, è alla base per un potenziale sviluppo di molecole che possano sfruttare strategie alternative con cui bersagliare le cellule tumorali. Insomma, speriamo di poter sviluppare nuove armi con cui aggredire il cancro con le quali poter migliorare le attuali cure soprattutto per quei tipi di tumore ad oggi sprovvisti di terapia o derivanti da una recidiva.
- Gruppi di ricerca coinvolti dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”:
- Prof. Vieri Fusi – Laboratorio di Chimica Supramolecolare
- Dott. Mirco Fanelli – Laboratorio di Patologia Molecolare “PaoLa”
- dettaglio delle pubblicazioni:
- Synthesis, basicity, structural characterization, and biochemical properties of two [(3-hydroxy-4-pyron-2-yl)methyl]amine derivatives showing antineoplastic features. Amatori S, Ambrosi G, Fanelli M, Formica M, Fusi V, Giorgi L, Macedi E, Micheloni M, Paoli P, Pontellini R, Rossi P.
J Org Chem. 2012 Mar 2;77(5):2207-18. doi: 10.1021/jo202270j. Epub 2012 Feb 22.
- Malten, a new synthetic molecule showing in vitro antiproliferative activity against tumour cells and induction of complex DNA structural alterations.Amatori S, Bagaloni I, Macedi E, Formica M, Giorgi L, Fusi V, Fanelli M.
Br J Cancer. 2010 Jul 13;103(2):239-48. doi: 10.1038/sj.bjc.6605745. Epub 2010 Jun 22.
- Attestato di Brevetto per Invenzione Industriale – Ministero dello Sviluppo Economico – del 22.02.2012 (n° 0001392249) – Inventori: Fanelli-Fusi
(Fonte: magazine online dell’Università di Urbino Carlo Bo)

Guardate questo interessante video:



 ED ORA LEGGETE DI SEGUITO, si dissolveranno molte Vostre credenze e convincimenti, indotti dalle pubblicità ingannevoli, non controllate dagli Enti preposti, solo per mero calcolo e convenienza della multinazionale, che ha sul suo libro paga anche dipendenti dei suddetti Enti.

EFFETTI DELLA COCA COLA SU NOSTRO ORGANISMO

Frugando nel web ho trovato questo interessante articolo sugli effetti “devastanti” che un solo bicchiere di Coca Cola ha in un’ora sul nostro fisico una volta che la ingeriamo. Ecco cosa c’è scritto:
PRIMI VENTI MINUTI – Bevuto un bel sorso della nostra fresca bevanda, “dieci cucchiaini di zucchero colpiscono il sistema (più o meno il 100% della vostra razione giornaliera consigliata)”.La troppa dolcezza viene neutralizzata dall’acido fosforico contenuto nella bevanda, che“sopprime” il sapore impedendoci di “vomitare all’istante”. Nei successivi dieci minuti tutto questo zucchero finisce nel sangue, causando “una bomba insulinica”; il fegato provvede “convertendo tutto lo zucchero che trova (e ne trova moltissimo) in grasso”.
ENTRO I QUARANTA – Successivamente, si conclude l’assorbimento della caffeina. “Le pupille si dilatano, si alza la pressione arteriosa, e perciò il fegato è costretto a rilasciare altro zucchero nel sangue”. Come risultato, dopo quarantacinque minuti dall’assunzione della Coca-Cola, il corpo “alza la produzione di dopamina, stimolando i recettori del piacere”. E questo è più o meno quello che fa “l’eroina”.
UN’ORA DOPO – Le reazioni chimiche nell’intestino consentono “un’ulteriore accelerazione del metabolismo”; l’alto quantitativo di zucchero e di dolcificanti artificiali stimola anche la produzione di urina, aiutata in questo dall’”azione diuretica della caffeina”. E mentre il “rave party” nel nostro organismo inizia a scemare, il corpo va in shock ipoglicemico, facendoci diventare “irritabili e/o apatici”. Inoltre, a questo punto, abbiamo letteralmente “pisciato via tutta l’acqua contenuta nella coca, andata via insieme a preziosi nutrienti che il nostro corpo avrebbe potuto usare per idratare il sistema o costruire ossa e denti più forti”. Nelle successive ore, chiude il sito, il corpo andrà incontro a un ulteriore crollo caffeinico.
Dopo aver letto queste belle notizie devo dire che ne sono rimasta molto impressionata. Non avrei mai, e sottolineo mai, pensato che un solo bicchiere della famosa bevanda potesse arrecare tutti questi danni.
Per accedere ai seguenti interessanti link, basta cliccare sui titoli in blu e spunterà il link di collegamento:
Fonte www.Signoraggio.it
·                           coca-cola-pubblicita
·                          

·                           Zoe-Cross
·                            



 

 

 

 

 

"La carne è cancerogena... ed è anche causa di quasi tutte le malattie degenerative, eliminatela o limitatene il consumo."

·                    PROF. UMBERTO VERONESI

·                    
 Categoria: Alimentazione
 Pubblicato Domenica, 24 Marzo 2013 10:51
 Visite: 170157
Molti mi chiedono il motivo per cui le popolazioni non sono informate su questo, perchè i medici non ne parlino e perchè l'opinione comune è di tutt'altra realtà. 
La base è che viene fatta un informazione errata, dalle università alle riviste medico scientifiche.
I professori nelle università insegnano cose errate sull'argomento alimentazione, gli studenti a loro volta insegneranno non in maniera corretta i loro futuri alunni o pazienti e così via.
Le riviste medico scientifiche piu accreditate sono sul libro paga delle multinazionali farmaceutiche e pubblicano solo ciò che è consentito loro di pubblicare o ciò che è imposto loro dalle suddette multinazionali.
Molti medici e ricercatori, sulla base anche di numerose ricerche, per la maggior parte "insabbiate", sono coscienti degli effetti dannosi del consumo di carne, ma hanno le mani legate. 
Io,che sono uno scienziato di fama internazionale, posso prendermi il lusso di fare queste affermazioni, se lo facessero loro, probabilmente non lavorerebbero piu.
L'industria alimentare e le multinazionali farmaceutiche viaggiano di pari passo, l'una ha bisogno dell'altra e queste due entità insieme, generano introiti circa venti volte superiori a tutte le industrie petrolifere del globo messe insieme...potete quindi ben capire che gli interessi economici sono alla base di questa disinformazione.
Se tenete conto che ogni malato di cancro negli stati uniti fa guadagnare circa 250.000 dollari a suddette multinazionali, capirete che questa disinformazione è voluta ed è volta a farvi ammalare per poi tentare di curarvi".
Prof. Umberto Veronesi.
Ora avete capito perché sono giustificatamente "incazzato", essendo solo uno spettatore degli spot che aziende multinazionali si ostinano a divulgare, con modi per nulla "Etici", ma sfacciatamente ingannevoli, sfruttando l'ignoranza delle masse per scopi di interesse privato?
Allora aprite gli occhi, informatevi, chiedetemi altre informazioni e sarò felicissimo di darvele. 
Collaborate a far crescere questo Blog; lo faccio e lo farete senza scopi di lucro, ma solo per far del bene al Prossimo.

Ho 66 anni e sono felicemente in pensione; ho deciso di utilizzare il mio tempo libero divulgando quanto appreso nei miei studi di autodidatta, di appassionato del "Vivere bene con coscienza" ed amante della "VERITA'.
Allora Vi invito ad "Investire in salute per ... vivere bene.

Vi do un fraterno arrivederci alla prossima volta.

Buona vita e salute a tutti.

Giuseppe la Barbera